Impennata quotazioni soia. Tra le cause, l’aumento della domanda cinese e del prezzo dei trasporti

2021-04-15T12:05:24+02:0015 Aprile 2021 - 12:05|Categorie: Carni, Mercato|Tag: , |

Roma – A marzo 2020 il mercato mondiale della soia ha registrato quotazioni del prodotto a 555,88 euro/t. Il dato, registrato dall’indice Fao (che monitora l’andamento dei prezzi internazionali delle commodity agricole), rivela che si tratta del prezzo più elevato rispetto al valore medio annuale osservato negli ultimi 15 anni. Strutturalmente volatile, il mercato mondiale della soia è stato influenzato da molteplici variabili: crescita dei raccolti (+6,6%), aumento dei consumi (+4,7%, per il 90% destinati all’alimentazione animale), calo delle scorte (-13%). Tuttavia, come riportato da Ismea, rimane determinante il ruolo della Cina, principale utilizzatore di soia (con consumi oltre il 30% della domanda mondiale): le importazioni cinesi, in costante crescita nell’ultimo triennio, hanno assorbito il 60% degli scambi globali; e le loro scorte, che rappresentavano una quota del 32% di quelle globali nel 2018/19, sono passate al 72% nel 2020/21. La recente impennata dei prezzi sarebbe quindi da ricondurre alla pressione esercitata dalla crescente domanda cinese, in ragione della ripartenza della filiera suinicola e all’aumento delle scorte interne. Oltre a questi aspetti, Ismea evidenzia che la crescita dei prezzi è influenzata anche dall’aumento dei costi di trasporto. Con riferimento all’Indice Grains e Oliseeds Freight Index (Gofi), si osserva che l’indicatore è risultato in costante aumento dall’autunno dello scorso anno raggiungendo, a marzo 2021, il livello più elevato dal 2013: + 49% rispetto a gennaio 2021 e +95% rispetto a marzo 2020.

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