Meda (Mb) – Settimana di ribassi anche per tutti i suini europei, con l’eccezione della carcassa tedesca, stabile a 1,60 euro/kg da un mese (Vezg), e di quella olandese, che conferma gli 1,30 euro/kg di inizio dicembre (Vion). La situazione più grave continua a essere quella del vivo spagnolo, che perde altri 6 centesimi e si avvicina pericolosamente alla quotazione shock di 1 euro/kg: è dal 2018 che questo prezzo non viene toccato, ormai siamo a soli 4 centesimi da una soglia psicologica molto pesante da sopportare per gli allevatori iberici. Ma i deprezzamenti riguardano un po’ tutti: carcassa danese -3,9% (1,31 euro/kg, Danish Crown); vivo olandese -3,5% (1,30 euro/kg, DCA 2.0); vivo belga -2,9% (1,02 euro/kg), carcassa belga -2% (1,44 euro/kg, BPG), carcassa francese -0,9% (1,477 euro/kg, MPF).
Il tutto avviene in un anno negativo anche per la suinicoltura dell’Est e d’Oltremanica (i prezzi indicati sono al cambio delle varie monete locali). La carcassa ungherese ha perso il 31,7% da inizio giugno (1,53 euro/kg), quella polacca il 25,4% (1,58 euro/kg), mentre il vivo rumeno registra un -24% da inizio agosto (1,28 euro/kg, CCC). Anche il vivo russo è in picchiata (-35,4% dal 23 luglio, oggi vale 1,21 euro/kg), e la carcassa britannica, che aveva toccato il secondo picco più alto di sempre il 2 agosto, è poi calata del 5% e oggi vale 2,26 euro/kg (Ahdb). In controtendenza il vivo ucraino, che dal 14 marzo al 3 ottobre (ultimo dato disponibile) è salito del 41%, e in generale dall’inizio dell’invasione russa ha visto crescere del 121,8% il suo valore. Al 3 ottobre valeva 97,60 grivnie, che al tasso attuale sarebbero 1,97 euro/kg.
Sempre in chiaroscuro le ripercussioni sui tagli nei mercati da noi monitorati: in Belgio, soltanto il lardo di seconda categoria perde 2 centesimi (fanno -1 gli altri lardi, le costine e i garetti), in Olanda a fronte di un calo delle cosce (-3 centesimi) si registrano rimbalzi per coppe (+3/+4 cent), tronchetti (+1) e filetti (+30/+50).
