Parma – Il comparto dei salumi tiene. Nonostante si registri una leggera flessione. È quanto emerge dai dati resi noti oggi, nel corso del Convegno organizzato oggi (foto), presso la Borsa merci di Parma, da Assica, in collaborazione con la Camera di commercio. Ad aprire l’incontro Lisa Ferrarini, presidente di Assica, che ha sottolineato l’importanza di tenere un incontro sul tema della filiera nel capoluogo emiliano: “Questa terra rappresenta per i salumi quello che Milano rappresenta per la finanza. Il centro economico di un settore che continua a credere nelle proprie capacità di produrre qualità per i consumatori, in Italia e nel mondo. E lo fa, caparbiamente, nonostante le difficoltà economiche e le vicende drammatiche legate al terremoto qui in Emilia, in cui oggi tutti viviamo”. L’analisi di Aldo Radice, condirettore di Assica, fotografa l’andamento del comparto: “Dopo un 2010 eccezionale, anche nel 2011 il fatturato del comparto dei salumi ha registrato leggero incremento dello 0,3% a 7.951 milioni di euro. La produzione è in leggera flessione (-0.8%), frenata dall’andamento dei consumi (-1,9%)”. In calo dell’1,9% la disponibilità al consumo, con risultati sorprendenti per il salame (-4,8%), dovuto sia al calo della produzione sia all’aumento dell’export. Che, nel 2011, ha toccato il record storico di 1 miliardo e 40 milioni di euro (+6,8%), per un totale di 138mila tonnellate di salume esportato. Nel corso dell’incontro è intervenuto anche Gabriele Canali, direttore di Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole), che ha invece fatto il punto sul settore suinicolo in Italia e in Europa: “Le criticità storiche della filiera permangono: l’offerta e la domanda di suini faticano a trovare il loro equilibrio, con oscillazioni che permangono troppo forti. Sulle carni fresche esiste ancora il problema della valorizzazione del prodotto nazionale, che potrebbe essere affrontato con lo strumento del sistema di qualità”.
(PF)