Roma – L’ultimo report di Ismea sui consumi relativo al primo semestre 2023, pubblicato il 12 ottobre, parla di un carrello della spesa che costa il 10% in più su base annua a che si alleggerisce sempre più in volume. Crescono i prezzi medi soprattutto nei discount, mentre i supermercati rimangono il canale dominante con il 40% di share e un fatturato in crescita del 10,8%.
L’aumento della spesa riguarda tutti i comparti alimentari. Cresce soprattutto quella per uova (+19,3%), latte e derivati (+17,8%) e derivati dei cereali (+15,6%). In quest’ultimo comparto, sono i prodotti per la prima colazione a trainare l’incremento della spesa (+18%), seguiti da pane e sostituti (+17,8%) e dalla pasta (+11%). Il riso registra un +26%. Le farine segnano un aumento più contenuto (+5,8%), ma i volumi acquistati subiscono una contrazione del 7,8%. Per l’aumento legato ai prodotti lattiero caseari, hanno contribuito tutti i prodotti della categoria; in particolare il latte Uht (+26%), a fronte di una stabilità dei volumi. Le uova, nonostante l’aumento dei prezzi medi del 20%, vedono aumentare i volumi (+2,3%).
Cresce anche la spesa per le carni (+9,1%), trainata soprattutto dalle referenze avicole (che, comunque, vedono aumentare anche i volumi acquistati: +7,3%). Calano i volumi dei salumi (-3,7%). La spesa per il comparto ortaggi cresce del 9,1%: trainano l’aumento soprattutto i prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro. I prodotti di IV gamma, nonostante l’aumento dei prezzi inferiore alla media, vedono scendere i volumi. Per quanto riguarda la frutta, sono in aumento i volumi per quella in guscio, mentre subiscono una flessione i succhi di frutta. L’olio exravergine vede i prezzi aumentare velocemente, con conseguente contrazione degli acquisti. Si ferma, invece, la crescita dei prezzi per l’olio di semi.
A soffrire questa crisi sono soprattutto le famiglie con figli adolescenti, spesso costrette a introdurre strategie di risparmio. Per questa categoria di clienti, il carrello si alleggerisce del 10,5%, e il risultato è un aumento della spesa di solo il 3,3%. Al contrario, gli over 55 incrementano i volumi acquistati, con un aggravio di spesa che per i single del 15,6% e per le coppie del 12,6%.