New York – Jbs, colosso brasiliano della produzione di carne con un’importante presenza sul mercato Usa – dove controlla un quinto di tutta la macellazione di bovini, suini e pollame, attraverso stabilimenti in Colorado, Iowa, Minnesota e Pennsylvania -, ha subito un cyber-attacco che ne ha paralizzato la rete informatica. L’azienda si è vista costretta a chiudere nove fabbriche. Si tratta di un nuovo caso di ‘ransomware’, cioè estorsione digitale, dove la soluzione più frequente è pagare il riscatto richiesto, alimentando però una nuova industria del crimine. Il cyber-attacco sarebbe da attribuire ad hacker russi ed è l’ennesimo caso di eventi simili avvenuti nei mesi scorsi: l’ultimo, a maggio, ha interessato la Colonial Pipeline, una delle maggiori società distributrici di carburante negli Usa. In quell’occasione la versione ufficiale ha attribuito l’azione a ‘soggetti privati residenti in Russia’. Ma se l’amministrazione Biden all’inizio avrebbe evitato di colpevolizzare il governo russo sui fatti accaduti negli ultimi mesi, ora i toni di Washington sono cambiati: “La Casa Bianca chiama in causa il governo russo sull’accaduto, il nostro messaggio è che uno Stato responsabile non ospita né protegge criminali che estorcono riscatti”. Pur non essendoci una vera e propria prova che colleghi direttamente gli hacker al governo russo, il fatto che agiscano liberamente e impunemente a partire dal loro territorio d’origine è una questione seria, che Biden intende sollevare al più presto con il presidente russo, Vladimir Putin.
Jbs vittima di cyber-attacchi da hacker russi. Gli Usa chiamano in causa il governo di Putin
Margherita Luisetto2021-06-10T09:32:25+02:003 Giugno 2021 - 09:06|Categorie: Carni, in evidenza|Tag: hacker russi, jbs, ransomware|
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