La dura legge del Pos

2022-07-01T12:56:57+01:001 Luglio 2022 - 12:56|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , , |

“Iniquo e inopportuno”. Così Mauro Bussoni definisce il provvedimento che, dal 30 giugno, impone sanzioni a chi non consente i pagamenti con la carta. Una misura che danneggia le piccole attività, favorisce le banche e non combatte l’evasione. Intervista esclusiva al segretario generale di Confesercenti.

Di Federico Robbe

Non accetti il pagamento con la carta? Arriva la multa. Da ieri, con un anticipo di sei mesi, è in vigore l’obbligo di avere il Pos per esercenti e professionisti che offrono prodotti e servizi al pubblico. L’obbligo in realtà esiste dal 2014, ma non sono mai state previste sanzioni. Ora la musica cambia: per intenderci, il barista non può negare il pagamento anche di un solo caffè con la carta, e pure il chiosco di panini deve adeguarsi alle nuove norme. Altrimenti scattano le sanzioni: 30 euro più il 4% della transazione. Chi ci rimette, guarda un po’, sono le piccole attività. Come spiega Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, che definisce il provvedimento “iniquo e inopportuno”. Oltre che inutile sul fronte dell’evasione fiscale.

Bussoni, in una nota avete definito questo provvedimento “un accanimento inutile”. Perché?

Dal 2014 ad oggi i Pos nelle imprese sono più che raddoppiati, passando da 1,8 milioni a 4,1 milioni. E le imprese già sostengono 772 milioni di euro di spesa l’anno in commissioni. Non c’era proprio bisogno di un ulteriore aggravio per gli esercenti.

Quanto incidono le commissioni mediamente?

L’onere delle carte di credito/debito è inversamente proporzionale alla dimensione dell’impresa, quindi al numero di transazioni che l’impresa realizza. Più piccolo è l’esercizio, maggiore sarà l’incidenza dei costi. I margini per alcuni acquisti sono talmente risicati che il costo delle commissioni azzera i guadagni.

Di che percentuali si tratta?

Dall’1 al 2,5%, naturalmente dipende anche dal tipo di accordo con le banche. Poi ci sono i costi di noleggio che fanno lievitare ulteriormente le spese. Mentre la Grande distribuzione paga poco, circa 0,3-0,4%, i piccoli sono quelli che soffrono di più, con percentuali di addebito ben maggiori. È chiaro che un’azienda strutturata ha tutto l’interesse ad avere il Pos, ma una norma del genere, per alcune realtà, diventa costosa e inopportuna. In termini assoluti, il costo per l’esercente arriva fino a 1.081 euro, a seconda del tipo di dispositivo utilizzato e del relativo contratto, oltre che del volume delle transazioni. Poi mi chiedo: che senso ha decidere un costo delle commissioni a prescindere dall’importo pagato?

Cosa propone Confesercenti?

Premesso che siamo favorevoli a incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, proponiamo di azzerare le commissioni per le piccole spese, in modo da non incidere su categorie di prodotti che hanno margini bassissimi. Il limite potrebbe essere 50 euro.

Quali sono le altre priorità in questo momento?

L’obiettivo deve essere rendere i pagamenti più semplici e non gravosi. È vero che negli altri Paesi la moneta elettronica è molto diffusa, ma c’è anche una infrastruttura tecnologica più avanzata rispetto alla nostra.

Ovvero?

In Italia abbiamo diverse zone in cui non arriva ancora la banda larga [la sanzione risulta inapplicabile in caso di “oggettiva impossibilità tecnica”, ndr], e teniamo conto che la metà dei Pos non è contacless: un sistema lento è un disastro per gli esercizi che vendono, per esempio, panini o altri beni con un consumo piuttosto rapido. Con il rischio concreto di far scappare i clienti. Oggi è necessario ammodernare la rete dal punto di vista informatico, con banda larga e Pos di ultima generazione.

Quindi il Pos obbligatorio non combatterà l’evasione fiscale?

Non credo proprio, così come non hanno aiutato granché la lotteria degli scontrini e il cashback. Sono misure che hanno portato solo maggiori oneri. E poi il provvedimento del Pos obbligatorio porta con sé un altro aspetto un po’ assurdo.

Di cosa si tratta?

È il cliente stesso che deve denunciare il ‘misfatto’: chi si vede negare il pagamento con carta dovrebbe segnalare l’esercente e far scattare i controlli. Una procedura che ovviamente nessuno farà. Mi sembra un approccio non da paese moderno, ed è la conferma che il provvedimento sia demagogico.

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