La mia proposta a Cibus e Tuttofood

2021-10-01T10:08:39+02:001 Ottobre 2021 - 10:08|Categorie: Editoriali del direttore, in evidenza|

12 marzo 2009: un comunicato stampa entusiasta saluta l’accordo sul futuro di Cibus e Tuttofood, siglata da Pietro Vignali e Letizia Moratti, rispettivamente sindaci di Parma e Milano. È del gruppo consiliare Impegno per Parma, una coalizione di centrodestra, che all’epoca governava la città emiliana. “Il Patto sottoscritto dai sindaci Vignali e Moratti sta iniziando a dare frutti importanti ed ha prodotto un risultato di assoluto rilievo per il futuro di Parma che potrà continuare ad ospitare un evento fieristico di portata internazionale e ad avere così un ente che lo organizza di primo livello. L’accordo tra le due Fiere, sottoscritto ieri, garantisce la leadership di Cibus e il ruolo di Parma come cuore della food valley”. Un accordo storico che avrebbe potuto sancire la fine delle ostilità fra le due manifestazioni fieristiche. In pratica Tuttofood, a Milano, sarebbe diventata una fiera internazionale dedicata all’Horeca mentre, a Parma, Cibus avrebbe avuto una valenza più orientata verso la Distribuzione moderna e il normal trade.

Bella l’idea, bello tutto il progetto, ma… Alla Lega non piaceva per nulla. In quel momento gestiva i cordoni della borsa di Fiera Milano e lo ‘scippo’ avrebbe comportato, secondo loro calcoli, un buco considerevole nei bilanci. La strenua opposizione dei lumbard fece tramontare il progetto.

Mi sia consentito un piccolo inciso. Uno dei protagonisti, Pietro Vignali, venne successivamente messo agli arresti domiciliari per peculato e corruzione durante un procedimento denominato Public Money. Su di lui e sulla sua giunta si abbatté uno tsunami giuridico-politico-massmediale. Venne accusato delle peggio cose, con la stampa locale e nazionale a soffiare sul fuoco e il Pd a fare da cassa di risonanza. La giunta cadde e alle successive elezioni, puntando tutto sullo scandalo, vinsero i Cinque Stelle. Ma l’inchiesta era farlocca. Dopo dieci anni di indagini, controlli e perquisizioni la Pm Del Monte chiese l’assoluzione di Vignali per non aver commesso il reato. Nel 2020 infine la riabilitazione completa. Ma oltre al danno c’è la beffa. Nel marzo di quest’anno la Corte d’Appello di Bologna ha condannato il ministero della Giustizia a un risarcimento – udite, udite – di ben 2.460 euro per l’irragionevole durata del provvedimento.

E poi mi dite come si fa a non firmare i referendum sulla giustizia…

Ma torniamo alle fiere. La pandemia ci ha costretti a rivedere e riconsiderare tutte le certezze legate a questo settore. Non potendo incontrare i buyer, sia nazionali sia esteri, molte aziende hanno sfruttato appieno le tecnologie digitali. Ed è stato tutto un fiorire di Zoom, Teams e altro ancora. Spesso con reciproca soddisfazione.

Tutto bene, tutto giusto? No, l’ho detto e lo ripeto, le manifestazioni in presenza servono. Il rapporto umano è fondamentale e non lo si può coltivare dietro uno schermo. Come il recente Cibus ha ampiamente dimostrato. Chi vi ha partecipato ha potuto rigustare il valore degli abbracci, delle strette di mano, delle battute. Tutto ciò che fa parte della compagnia umana.

Ma ci sono alcune osservazioni al contorno da fare. Partiamo innanzitutto proprio dalle manifestazioni di Parma e Milano. Molti operatori del settore sono incazzati. In poco più di un mese avrebbero dovuto partecipare a tre fiere: Cibus, Anuga, Tuttofood. Con tutto il carico di problemi che questo comporta: stand, spostamenti, costi. Un tris che in molti non si sono sentiti di giocare. Ma, guardando in prospettiva, quello che più preoccupa è il futuro. Che senso ha ancora una guerra fra le due fiere italiane, a tutto vantaggio di Anuga e Sial? È giunta l’ora che a Parma e Milano si diano una mossa. Ecco allora una proposta semplice semplice. Ci si accorda per la realizzazione di una manifestazione internazionale, di quattro giorni, da tenersi a Milano nello stesso anno in cui si celebra Sial a Parigi. Un evento che coinvolga anche la città, come ha saputo ben fare il Salone del Mobile. Nella capitale economica d’Italia ci sono la logistica, la ricettività alberghiera, i locali per il post fiera.

Parma invece ospiterebbe una manifestazione nazionale di tre giorni, negli anni dispari, pensata per la valorizzazione delle eccellenze italiane. Con un nota bene: all’organizzazione di Cibus affiderei la gestione, in partnership, della fiera a Milano.

Questa la proposta. So che ci sono già stati tavoli di discussione comuni. Bene, arriviamone a una. Le aziende sono stanche di parole. Vogliono concretezza. La stessa di Marca, la manifestazione, di due giorni, che si tiene a Bologna all’inizio dell’anno. Una sirena che sta suonando per tanti. Difficile resisterle ancora per molto.

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