Bum bum bum Rubinelli

2021-10-01T11:52:10+01:001 Ottobre 2021 - 11:52|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza|

Faccia a faccia tra Angelo Frigerio e lo storico giornalista. Focus su catene di distribuzione, crescita dei discount, crisi degli ipermercati e altro ancora. Un confronto serrato e senza sconti.

Mercoledì 29 settembre, alle ore 12.00, sul canale YouTube di Tespi è andato in onda il quinto appuntamento di ‘Mezzogiorno di fuoco’, il format online che racconta di mercato e dintorni. Un ring virtuale: il nostro direttore, Angelo Frigerio, da una parte, un esperto del food dall’altra. Domande brevi, risposte concise. L’ospite di questa puntata è stato Luigi Rubinelli, giornalista storico del settore, dal 1982. Ecco un abstract di com’è andata.

Qual è l’insegna che meglio risponde alle esigenze del consumatore 4.0?

Esselunga, senza dubbio. A parte i problemi emersi durante il primo lockdown – che, comunque, tutte le insegne hanno riscontrato – Esselunga domina da tutti i punti di vista il panorama del retail italiano. È quella che ha un assortimento più ampio, più centrato e nelle location più favorevoli. È vero che è presente solo in alcune regioni, ma è la numero uno. Senza se e senza ma.

Gli ipermercati avranno un futuro?

Direi di sì. Fatta eccezione per il periodo di lockdown forzato, quando i consumatori non potevano spostarsi tra i comuni, gli ipermercati lavorano bene. Soffrono nel settore non food. Auchan ne è un esempio. Bennet o Finiper possono affermare che i loro ipermercati vanno benissimo. Ed è vero. Lo dimostrano le vendite, il margine e la resa al metro quadro. Ci sono sicuramente cose da migliorare ogni giorno, perché il consumatore è molto attivo, naviga online, confronta prezzi e promozioni. In generale possiamo affermare che gli ipermercati stanno performando bene.

I discount continueranno a crescere?

Si dovrebbe fare un’analisi insegna per insegna, dividendo la parte di retail diretto dalla parte di franchising. Penso soprattutto ad Eurospin. Il focus attuale sui discount è sulle insegne Aldi e Lidl. Il primo è un diesel, ma riuscirà sicuramente a espandersi perché è una macchina organizzativa e di vendita straordinaria. Lidl, invece, ha cambiato posizionamento: è diventata un punto di vendita con un’accoglienza, un modo di esporre, fare pricing e promozioni assolutamente all’altezza delle dinamiche attuali. Per le altre insegne bisognerebbe concentrarsi su ogni punto vendita specifico, anche a seconda della zona geografica in cui si trovano. Sicuramente dobbiamo prestare attenzione all’online. L’ultimo rapporto Iri evidenzia che le vendite online stanno diminuendo. Vedremo cosa accadrà in futuro.

E delle nuove forme di delivery e ‘quick commerce’ cosa ne pensi?

Il delivery appartiene alle grandi città. Qui a Lucca, ad esempio, non c’è. C’è solo Esselunga che consegna la spesa a casa. Penso sia una macchina straordinaria, ma bisogna stare attenti. In molti casi, serve solo a sfruttare persone disagiate.

Le fiere di settore hanno ancora un senso?

Ho partecipato all’ultimo Cibus. Mi sono meravigliato del numero di espositori. Un numero veramente consistente. Ma erano quasi tutti random. Si passava da stand enormi ad altri più sottotono. Non erano presenti i temi che oggi interessano al mercato, come ad esempio la sostenibilità. Se c’era, si vedeva poco. Le fiere andrebbero sintonizzate con il mercato e con i bisogni del consumatore per offrire anche nel B2B quello che il consumatore vuole, esige e desidera. Negli stand c’era troppo prodotto e poco “consumatore”.

Facciamo il gioco della torre. Ti dico due nomi e mi dici chi butteresti giù e chi, invece, salveresti. Pugliese (Conad) e Pedroni (Coop): chi butti giù?

Con Pugliese avevo ottimi rapporti prima dell’affaire Auchan. Inizialmente parlavamo e ci scambiavamo opinioni, ma poi è mancata la trasparenza nella questione Auchan. Pugliese – o Conad – non ha mai voluto pubblicare il bilancio di Margherita Distribuzione. Non si sa quanti soldi abbiano preso da Auchan, quanto sono state pagate le uscite dei dipendenti e quanto ha ricavato dalla vendita dei negozi. Non si sa nulla a proposito. Poi mi ha chiamato ‘giornalaio’, un’offesa per me che sono giornalista. Penso che i miei colleghi, durante le interviste, debbano fare domande su questa questione. Non le solite interviste in ginocchio. In ogni caso, non butterei né Pugliese né Pedroni. Perché dovrei?

Tra Barilla e Ferrero?

Barilla ha annunciato il proprio ingresso nel segmento dei gelati. Lancerà i gelati a gennaio. Non si mangia il gelato a gennaio, o comunque si mangia veramente poco. Sono quelle cose che mi lasciano perplesso. Barilla è un’azienda enorme, come fa a fare questi scivoloni? Stessa cosa per Ferrero. Come è possibile trasformare il classico cioccolatino Rocher in una tavoletta di cioccolato? Perde tutte le sue caratteristiche. Anche in questo caso, comunque, non butto nessuno dalla torre.

Tra Patuanelli (Mipaaf) e Giorgetti (Mise)?

Giorgetti è sotto i riflettori per quello che dice. Sicuramente appoggia il Governo Draghi. Mi interessa molto. Io sono filo-Draghi. Giorgetti rimane sulla torre. Patuanelli, a volte, se ne esce con delle stranezze. È come se dietro non avesse addetti alle pubbliche relazioni.

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