Le non Paralimpiadi e gli inglesismi di Coop

2021-09-13T11:50:26+01:0013 Settembre 2021 - 11:50|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Retail|

Di Luigi Rubinelli

Seguo il Rapporto Coop da sempre, dalla sua prima edizione. È una miniera di informazioni e di particolari che ogni manager dovrebbe leggere e rileggere. Proprio per la sua importanza segnalo alcune cose che dovrebbero interessare i curatori del Rapporto.

 

  • Francamente quest’anno ho seguito il Rapporto da remoto: ero in vacanza, non avendole fatte né in luglio, né in agosto. Fare le domande in remoto è sempre scomodo: non sai se chi coordina le riceve e poi devi essere breve e quindi puoi essere frainteso. La mia domanda è stata: Perché Coop che è un eccezionale influencer, come tutti i retailer, non prende posizione sul Green Pass e trova una forma di comunicazione per appoggiare la manovra del Governo in questa materia? Non mi hanno risposto.

 

  • La slide 5, ‘Momento Italia’, riassume, giustamente i risultati sportivi e canori raggiunti dai nostri atleti e dagli artisti: Europei di calcio, Eurovision e altro ancora per dire che la nostra Nazione sta vivendo un periodo di eccezionale e positiva visibilità. Vero. Ma Coop si è dimenticata dei risultati incredibili raggiunti dagli atleti italiani delle Paralimpiadi. Le Paralimpiadi sono finite domenica 5 settembre, ma i risultati record sono stati raggiunti nel corso della manifestazione durata 15 giorni. Il Rapporto Coop é stato presentato martedí 7 settembre. Per correggere un powerpoint ci vogliono pochi minuti, non è vero? È una dimenticanza grave, a mio parere, perché Coop ha una missione sociale, dichiarata da sempre, che nessuno della Gdo possiede. Dimenticarsi delle Paralimpiadi e non di altri avvenimenti (come il film Luca) suona davvero strano.

 

  • La slide 7 è intitolata ‘La nuova forma del futuro’ ed elenca 10 punti indispensabili per capire il cambiamento in atto e dove stiamo andando. Il titolo generale è in italiano, i titoli dei 10 punti sono tutti in inglese. Ora: non abbiamo nulla contro l’uso della lingua inglese, molte volte riassume meglio una frase troppo lunga in italiano, ma perché fare tutti i titoli in inglese? Stiamo perdendo la nostra storia e la nostra memoria? Oltretutto quest’anno si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri…

 

Prossimamente entreremo nel merito dei dati presentati da Coop, ma queste tre evidenze mi lasciano un po’ con la bocca amara.

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