L’enogastronomia italiana migliora la reputazione del Paese nel mondo. E vale il 25% del Pil

2020-09-17T12:35:18+02:0017 Settembre 2020 - 12:35|Categorie: Luxury|Tag: , |

Milano – Con 44,6 miliardi di euro di prodotti esportati nel mondo nel 2019, l’enogastronomia made in Italy pesa per il 25% sul Pil. Un comparto che dà grande lustro al nostro Paese, come sottolinea Reputation Review n° 22. Una pubblicazione Mediolanum Editori che studia in modo scientifico la reputazione e il suo valore. A delineare la ‘reputation’ del settore, il racconto e le riflessioni di alcuni suoi grandi protagonisti. A cominciare dal fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, passando per lo chef 7 stelle Michelin Bruno Barbieri e il presidente e ad del pastificio Rummo, Cosimo Rummo. “Farinetti, Barbieri e Rummo sono tre esempi diversi di ‘reputazione del ceo’ riversata sul brand”, Spiega Davide Ippolito, curatore di Reputation Review e autore del libro Reputazione capitale del terzo millennio. “Sono come il mago Houdini, il mago più famoso di tutti i tempi. Houdini divenne famoso per il suo numero di escapologia, liberandosi da una camicia di forza a 50 metri di altezza. Tutti i maghi all’epoca sapevano fare quel trucco, alcuni dicevano anche che fatto così fosse più facile, ma di loro non ricordiamo il nome e Houdini ancora oggi è ricordato come il mago più bravo del mondo. Houdini già allora aveva capito l’importanza della percezione nella costruzione di una reputazione”.

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