Bruxelles (Belgio) – Per la prima volta al mondo, l’Ue introdurrà un dazio ambientale, una sorta di imposta sui beni industriali importati nel territorio comunitario e che hanno prodotto particolari volumi di emissioni nocive. L’accordo, raggiunto ieri, 13 dicembre, da Parlamento e Consiglio europeo, ha l’obiettivo di evitare il cosiddetto ‘dumping ecologico’. Ossia Paesi terzi che immettono sul mercato comunitario beni a prezzi più bassi prodotti in contesti in cui non esistono normative a tutela dell’ambiente. Inizialmente, il dazio sarà applicato alle importazioni di ferro, acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio e generazione elettrica. A cui si aggiungono l’idrogeno e alcuni prodotti derivati. Allo studio anche l’inserimento della chimica organica e dei polimeri. Un periodo di test del nuovo dazio ambientale, spiega il Sole 24 Ore, dovrebbe iniziare a ottobre 2023. Per poi diventare totalmente operativo a partire dal 2026. “L’accordo raggiunto è una prima mondiale di cui possiamo andare fieri”, spiega Pascal Canfin, presidente della commissione Ambiente dell’Europarlamento. “Il messaggio alle nostre industrie è chiaro: non c’è bisogno di delocalizzare perché abbiamo preso le misure necessarie per evitare la concorrenza sleale”.