Bruxelles (Belgio) – La Commissione Ue ha avviato il 9 dicembre scorso un’indagine anti-dumping sulle importazioni nell’Ue di mais dolce, preparato e conservato, proveniente dalla Cina. L’indagine è stata avviata a seguito di una denuncia presentata il 25 ottobre da Aetmd, l’Associazione europea dei trasformatori di mais dolce, sulla “massiccia importazione di mais cinese nell’Ue avvenuta tra il 2021 e il 2024, venduto”, secondo quanto si legge nel dossier dell’Associazione, “a prezzi eccessivamente bassi e avvenuta in modo sleale”, minacciando la stabilità economica di produttori e agricoltori europei, nonché dell’industria della conservazione del mais.
L’aumento delle importazioni è coinciso con il calo produttivo europeo dovuto alla siccità che ha caratterizzato i raccolti negli scorsi anni, in modo particolare nel 2022.
Aetmd fa quindi sapere che “l’Ue lavorerà per imporre dazi anti-dumping provvisori e potrebbe anche imporre sanzioni retroattive con l’obiettivo di mitigare i danni causati dall’accumulo delle scorte nel corso dell’indagine”. La conclusione dell’indagine è prevista entro febbraio 2026, ma l’industria del mais dolce conservato si aspetta che i dazi vengano imposti già nel 2025.
L’Associazione, nel frattempo, ha avviato anche una procedura di rinnovo per il prolungamento dei dazi anti-dumping sul mais dolce in scatola proveniente dalla Thailandia, in vigore dal 2007.