Roma – Il mercato degli snack in Europa sta attraversando un vero boom: negli ultimi cinque anni è infatti cresciuto del 29%, per una media di 310 miliardi di euro spesi ogni anno. I numeri sono emersi dal rapporto ‘Cibo e bambini’ della Fondazione Aletheia, che parte dal presupposto che i principali consumatori di snack, merendine, bevande gassate e gelati confezionati siano proprio i più giovani. Un mercato che nel 2023 ha raggiunto i 2mila miliardi di dollari di vendite globali.
Secondo il think tank, il cui comitato scientifico è guidato dal presidente della facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Roma Antonio Gasbarrini, i cibi ultraprocessati rappresentano il 27% delle calorie giornaliere assunte in Europa; un dato che raddoppia negli Stati Uniti, dove le calorie giornaliere assunte da cibi ultraprocessati raggiungono il 60%. In Europa, l’Italia è il Paese con la percentuale più bassa, pari al 13,4%, mentre la Svezia è quello con la percentuale maggiore (42%).
La spesa annuale pro capite media di snack e merendine in Europa ammonta a 690 euro all’anno, con differenze significative tra un Paese e l’altro: si passa dai 1.357 euro pro capite della Finlandia ai 386 euro della Grecia; l’Italia, in linea con gli altri Paesi mediterranei, ha registrato una spesa pro capite di 580 euro all’anno.
Il tema delle merendine per i più piccoli è spesso oggetto di dibattito. La settimana scorsa, per esempio, Coldiretti ha presentato a Udine un manifesto per l’educazione alimentare nelle scuole, chiedendo al governo di intervenire per eliminare il cibo ultraprocessato dalle macchinette negli istituti scolastici, richiesta alla quale è seguita la replica immediata di Confida, associazione italiana distribuzione automatica (leggi qui).