Milano – Sono 3500 le famiglie in difficoltà che si rivolgono ai cinque hub predisposti dal quartiere di Milano per aiutare i più bisognosi. E 177 le tonnellate di vivande ancora commestibili ma destinate a diventare un rifiuto raccolte dai supermercati nel corso del 2022 per chi ha bisogno di una mano. Numero a cui vanno aggiunte le 120 tonnellate recuperate invece da Recup e Banco Alimentare. Sono questi i dati resi disponibili da un articolo de Il Corriere della Sera sulla povertà alimentare.
In una recente indagine anche il Fead, programma europeo di aiuto agli indigenti, aveva registrato numeri in crescita. Con quasi 2,8 milioni di persone assistite lo scorso agosto. Mezzo milione in più rispetto a giugno del 2020 (leggi qui). “Stiamo lavorando a risposte più strutturali”, racconta al Corriere la vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo con delega alla food policy. “La povertà è una spirale che spinge verso il basso ed è fondamentale poter trovare una rete che aiuta perché le complicazioni sono molte e di varia natura”
A intervenire è anche Davide Martino, docente universitario di politiche del cibo, che al giornale ha dichiarato: “C’è una coscienza crescente su questi temi ma le politiche di intervento sono ancora spezzettate. Ci sono gli aiuti Fead comunitari, c’è il ruolo imprescindibile del Terzo settore, ci sono i nuovi strumenti di sostegno e inclusione che hanno sostituito il reddito di cittadinanza, c’è il reddito alimentare, una misura aggiuntiva introdotta con la scorsa legge di bilancio. Ma sono tutte politiche frammentate che non superano il problema della povertà assoluta da cui poi discende quella alimentare. Servono solizioni organiche, anche per andare oltre un approccio puramente assistenzialistico”.