Milano – Nel primo semestre del 2025, i distretti produttivi italiani hanno registrato un calo complessivo dell’export del -2,7%, a 80,4 miliardi di euro. Di contro, nel secondo trimestre segnano performance positive le vendite estere del comparto agroalimentare, in continuità con i risultati registrati nei primi tre mesi dell’anno. Questo il quadro che emerge nell’ultimo Monitor Intesa Sanpaolo, anticipato da Il Sole 24 Ore. Pesa, stando all’analisi, lo scenario internazionale complesso, caratterizzato da forti tensioni geopolitiche, guerre reali e commerciali. Spicca in particolare l’incertezza causata dai dazi americani.
I distretti alimentari hanno messo a segno una crescita, pur con forti differenze territoriali. A pesare sulle performance complessive sono state le tensioni geopolitiche e la debolezza della domanda in mercati chiave come Turchia, Francia, Germania e Stati Uniti, sottolinea il quotidiano di Confindustria. Infatti, se l’olio toscano e i dolci di Alba rallentano, segnando cali fino al 22%, il lattiero-caseario sardo mostra invece un incremento delle vendite oltreoceano, sostenuto dalla domanda statunitense. Nel complesso, l’agroalimentare beneficia della qualità del made in Italy, che le imprese ritengono un fattore capace di compensare l’effetto dei dazi.
Nonostante le difficoltà, il saldo commerciale dei distretti resta positivo, superando i 25 miliardi di euro – il secondo miglior risultato di sempre, come riporta il Sole 24 Ore. Le prospettive per i prossimi mesi restano caute ma fiduciose, con un possibile rilancio dai mercati europei e asiatici, in parte anche come risposta ai dazi americani.