Parigi (Francia) – Dopo la distruzione “a scopo precauzionale”, di due milioni di bottiglie di acqua Perrier (leggi qui) lo scorso maggio, Nestlè Waters torna al centro dell’attenzione mediatica in seguito alla pubblicazione di un’inchiesta condotta da Mediapart, e ripresa da Il Fatto Alimentare.
Il giornale francese ha infatti portato alla luce documenti che dimostrerebbero la vendita di acqua minerale filtrata illegalmente già 15 anni fa, nonché l’acquisto da parte di Nestlé Waters di apparecchiature UV già nel 2005 e l’utilizzo di filtri non autorizzati dal 2010. “Le dimensioni della frode sono enormi: si parla di 3 miliardi di euro”, scrive Il Fatto Alimentare.
Lo scandalo è scoppiato a gennaio 2024, con la diffusione di un report realizzato da Le Monde e dal team investigativo di Radio France su importanti produttori di acque minerali, tra cui Nestlé Waters (con i marchi Vittel, Contrex, Hépar e Perrier). Già nel 2019, però, alcuni controlli avrebbero portato alla luce delle irregolarità. “A questo punto – scrive Il Fatto Alimentare – l’azienda ha confermato alle autorità di aver utilizzato trattamenti vietati su alcune acque minerali per preservare la loro sicurezza alimentare. Le analisi, tuttavia, hanno mostrato che alcune sorgenti sarebbero contaminate da pesticidi o da batteri Escherichia coli e l’unico modo per utilizzarne le acque è quello di depurarle”.
Secondo un altro articolo della testata francese Mediapart, che abbiamo ripreso a fine luglio (leggi qui), un rapporto dell’Ufficio francese per la biodiversità indicherebbe che per 27 anni Nestlé ha prelevato l’acqua illegalmente da nove pozzi: si parla di 19 miliardi di litri di acqua solo tra il 1992 e il 2019.