Non ci sono più i vecchi di una volta (seconda puntata)

2025-03-14T11:25:52+02:0014 Marzo 2025 - 11:25|Categorie: Editoriali del direttore, Mercato|Tag: , |

Il precedente editoriale ‘Non ci sono più i vecchi di una volta’ (leggi qui) ha suscitato numerosi commenti. In buona sostanza mi lamentavo del lassismo imperante dei giovani d’oggi che vivono di aperitivi, estetista, pilates o palestra, week end più o meno lunghi. Al contrario di chi invece si fa il mazzo per far crescere imprese e altro. Sottolineando il dato che la colpa non è solo dei giovani leoni ma dei vecchi coglioni che gli hanno permesso una vita facile e senza stress (lo trovate nel QR code sotto la pagina). Molti gli apprezzamenti ma anche qualche contestazione. Fra queste una, di un amico del settore, che, in modo molto ironico, mi ha scritto su Whatsapp: “Non ci sono più i vecchi di una volta… ma per fortuna caro vecchio Angelo… largo ai giovani e a casa i laudator temporis acti… questi ragazzi sono molto spesso meglio di noi che abbiamo immolato a lavoro/ soldi/carriera tutti i valori e il nostro pianeta… Meditate vecchi … meditate”.

Spiego la frase in latino. Significa ‘Lodatore del tempo passato’. E’ un’espressione di Orazio (Ars poetica, 173), che attribuisce questa qualità agli anziani, considerandola, insieme con altre, uno dei tanti malanni da cui è afflitta l’età senile. È una frase usata con riferimento a quelle persone anziane che troppo spesso e noiosamente parlano del loro tempo nel quale, a loro parere, tutto andava meglio che nel presente. Prendo atto ma dissento.

Non sono un lodatore del tempo passato. Al contrario vivo profondamente nel presente e, proprio per questo, mi sento in grado di fornire i giudizi di cui sopra. Non sono certo uno che ha immolato a lavoro/soldi/carriera tutti i valori e il nostro pianeta. E, come me, tanti altri vecchi che ancora oggi forniscono il loro fattivo contributo alla società e alle imprese.

Due esempi su tutti: Angelo Rossi e Paolo Micheli. Il primo, dopo una vita passata nel settore lattiero caseario, si è inventato Clal.it. Ovvero un’agenzia che analizza il mercato lattiero caseario, dei suini e dei bovini, ne interpreta andamento e tendenze, rende disponibili dati, notizie e sintesi mediante un’attività di informazione e formazione. Clal.it nasce da un archivio storico di dati, realizzato grazie all’esperienza professionale di Angelo Rossi e continuamente implementato attraverso la frequentazione di fonti scientificamente valide e accreditate. Uno strumento fondamentale per osservare in modo scientifico i vari mercati di riferimento. Angelo ha 85 anni. Paolo Micheli invece vanta una lunghissima esperienza nel settore marketing e comunicazione. Ha inventato, fra gli altri, il brand Parmareggio. Prima il consumatore era abituato a comprare il parmigiano reggiano in modo indistinto. Oggi invece acquista Parmareggio con tutti i suoi prodotti correlati (formaggi, burro, snack e altro). Qualche anno fa Paolo Micheli era stato chiamato da Valcolatte per lanciare una nuova ricotta. Paolo Micheli, non un’agenzia di giovani fighetti o una start up… Si è inventato la RiCcotta, un prodotto che in poco tempo ha conquistato una quota di mercato significativa nel relativo segmento. Paolo ha 76 anni.

Quindi i baby boomer non sono tutti dei rimbambiti che ‘pascolano’ i loro cagnolini nei giardinetti in attesa di miglior vita. Anzi, spesso sono dei modelli da seguire. Al contrario di certi giovani che non immolando tutto a lavoro/soldi/carriera fanno danni incommensurabili. Faccio qualche esempio. Pochi giorni fa mi hanno raccontato di un giovane imprenditore che lavora solo otto ore la settimana. Fin qui, problemi suoi, ma il bello è che acquista, con la carta di credito aziendale: preservativi, spoiler dell’auto, vestiti. Purtroppo il dramma, in questo caso, è che la madre lo difende… Il suo bambino… Ah, non ci sono più i vecchi di una volta.

Il secondo esempio arriva da Lecco dove un ventenne, sicuramente ecologista, ha guidato per 15 chilometri al fine di ‘smaltire’ in un bosco la sua spazzatura. Ma, siccome è un pirla, ha lasciato una lettera con il suo nome e indirizzo fra i resti di quella che in Brianza chiamiamo ‘ruera’. Inevitabile la denuncia e la multa salata. Il terzo è la storia di Nico. Di giorno lavora come gommista a Melegnano, in provincia di Milano. Di notte, una volta al mese, trasforma la sua villa in un accogliente club per scambisti che vanta 2.100 coppie iscritte, 400 single e 500 uomini. Per accedere alla serata una coppia paga 80 euro, una donna singola 30 euro e per un uomo da solo il biglietto sale a 200 euro. Molti i giovani frequentatori. A questo proposito Nico sottolinea: “I ventenni di oggi sono incredibili, molto più aperti mentalmente e pronti a sperimentare rispetto alla mia generazione”.

E questi sarebbero “meglio di noi”? Mi viene in mente una frase tratta dal discorso di congratulazione, fatto da David Foster Wallace nel 2015, ai laureati del prestigioso Kenyon College: “Ci sono due giovani pesci che nuotano, uno vicino all’altro, e incontrano un pesce più anziano che, nuotando nella direzione opposta fa loro un cenno di saluto e poi dice: ‘Buongiorno ragazzi, com’è l’acqua?’ I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’. Poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede: ‘Ma cosa diavolo è l’acqua?’. è una metafora per spiegare che spesso i giovani leoni che finiscono scuole e università sono fuori dal mondo. Non sanno che intorno a loro c’è l’acqua, la realtà fatta di sacrificio, dolore, fatica. Altro che lavoro/soldi/carriera. Qui siamo al minimo sindacale… In tutti i sensi.

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