Obbligo tracciabilità spese di trasferta limitato all’Italia. La soddisfazione di Federazione Confindustria Macchine

Milano – L’ultimo decreto legge in materia fiscale ha recepito l’istanza presentata congiuntamente da Federazione Confindustria Macchine per Ceramica, Legno, Plastica e Gomma, Imballaggio e Confezionamento e da Confindustria per la limitazione al solo territorio nazionale dell’obbligo di tracciabilità delle spese sostenute per le trasferte.

La norma, inserita nella Legge di Bilancio 2025, prevedeva infatti l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti delle spese di trasferta qualsiasi fosse la destinazione. “Ma tutte le aziende che esportano in paesi dell’area africana, del sud-est asiatico o in Sudamerica sanno che rispettare questo obbligo è praticamente impossibile, visto che la stragrande maggioranza delle attività come alberghi, transfer e ristoranti non rilascia ricevute di pagamento”, spiegano i promotori.

Grazie a un’intensa attività di lobby portata avanti dal Sistema Confindustria e dall’area tecnico-economica della Federazione – nata a gennaio per volontà delle associazioni Acimac, Acimall, Amaplast e Ucima (leggi qui) – è stato  così raggiunto un risultato “utile non solo alle aziende rappresentate, ma a tutte le imprese italiane che esportano”.

“Siamo molto soddisfatti per l’interlocuzione col Governo su questo tema, che può risultare specifico, ma che fa invece parte dell’ordinarietà di ogni azienda esportatrice”, commenta il presidente di Federazione Confindustria Macchine, Riccardo Cavanna. “Se fosse rimasto l’obbligo precedente, le nostre imprese e in generale tutte le imprese che esportano nei paesi Extra Ue avrebbero avuto grosse difficoltà. Come Federazione, nonostante siamo nati da poco, abbiamo già dimostrato attenzione ai temi e capacità di influenza e siamo già al lavoro su altri tavoli e su altri fronti, perché le sfide che ci attendono sono tante”.

 

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