Origine della carne in etichetta: per l’Ue, gli obiettivi sono stati raggiunti. Ma serve più chiarezza

2021-08-16T12:48:46+02:0016 Agosto 2021 - 12:46|Categorie: Carni|Tag: , |

Bruxelles (Belgio) – In merito all’obbligo dell’indicazione in etichetta del Paese di origine delle carni suine, ovine, caprine e dei volatili (in vigore dal 2015), la Commissione europea fa sapere che gli obiettivi sono stati raggiunti. Nel ‘Rapporto sull’attuazione e l’impatto dell’indicazione obbligatoria’ pubblicato il 10 agosto, la Commissione sottolinea infatti che “Gli obiettivi sono rimasti rilevanti nonostante un contesto mutevole, in particolare per la crescente domanda da parte dei consumatori di maggiori informazioni sulle etichette degli alimenti”. Nel Report si legge che “I consumatori considerano l’etichettatura di origine un’informazione importante per le loro decisioni di acquisto di carne e accettano le regole stabilite. La maggior parte tende a preferire la carne di origine nazionale, considerando la carne prodotta nel proprio paese più sicura o di migliore qualità e il livello di soddisfazione per le informazioni riportate sull’etichetta è stato generalmente elevato. Tuttavia, la loro comprensione dei termini e delle definizioni utilizzati sulle etichette è scarsa, il che mette in dubbio la chiarezza e l’utilità finale delle informazioni fornite ai consumatori. In particolare, sussiste una scarsa comprensione delle espressioni ‘allevato in’ e ‘origine’”. La Commissione consiglia dunque di lavorare al miglioramento della comprensione da parte dei consumatori delle norme di etichettatura, ma anche di incrementare la raccolta di buone pratiche in materia di monitoraggio dell’etichettatura di origine. La relazione dell’Ue sarà rilevante per una valutazione più ampia dell’etichettatura degli alimenti e delle informazioni ai consumatori nell’ambito della strategia “Farm to Fork”.

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