Milano – L’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma mostra che nel primo trimestre del 2021 il mercato del vino, al netto di alcuni sensibili recuperi, presenta alcune criticità, determinate da un contesto dove il canale Horeca non è ancora a pieno regime. Sul fronte delle vendite in Gdo, i primi tre mesi del 2021 sono stati caratterizzati da un’ulteriore crescita delle vendite di vino (+23% a valore), trainate in particolare dagli spumanti e dai loro acquisti per una Pasqua che, rispetto al 2020, si è potuta festeggiare. A fronte di un aumento complessivo delle vendite del 72,2% a valori, la tipologia che è cresciuta di più è stata quella degli spumanti metodo classico (+123%). Secondo dati Nielsen, le vendite online di vino hanno registrato un +144,5% per i vini fermi e frizzanti e +198,6% per gli spumanti. Nel 2020 l’unico tra i top paesi esportatori che aveva chiuso in positivo era stata la Nuova Zelanda, con un +4,5% a valore rispetto all’anno precedente. L’Italia aveva limitato le perdite ad un -2,4%. Tuttavia, alcuni mercati avevano registrato una crescita negli acquisti dei nostri vini, arrivando a registrare variazioni superiori al tasso medio di crescita dei cinque anni precedenti (Cagr 2014/2019). Basti pensare al caso dell’Ucraina, dove l’export di vino italiano nel 2020 è cresciuto del 30,7%, o a Corea del Sud (+29,9%) e Norvegia(+29,5%). Per quanto riguarda il primo trimestre dell’anno, assistiamo a un recupero in paesi come la Cina, con una variazione delle importazioni a valore sullo stesso periodo 2020 dell’8,8% a fronte di un -17,9% per il resto del mondo, e in Russia (+17,4% contro il 7,3% del resto del mondo). Uno dei mercati più dinamici sembra essere la Corea del Sud, con una crescita delle importazioni di vino dall’Italia del 99%. Sebbene la diminuzione delle importazioni di vino italiano nei primi 12 mercati mondiali per il primo trimestre 2021 sia più elevata per l’Italia (-6,4% contro -4,7% a livello totale), Nomisma sottolinea come questa diminuzione sia determinata dal calo intervenuto in Canada (-6%) e Norvegia (-5%), per i quali il trend generale di mercato risulta invece positivo. Stesso andamento negativo invece per le importazioni negli Stati Uniti, Uk e Giappone, dove l’Italia segue l’andamento complessivo.