Parmigiano, terremoto: lunga lettera del presidente Alai in merito ai provvedimenti presi dal Consorzio

2012-07-30T12:53:34+01:0030 Luglio 2012 - 12:53|Categorie: Formaggi|Tag: , , |

Parma – I provvedimenti a favore dei caseifici colpiti dal terremoto, presi dal Consorzio di tutela del parmigiano reggiano pochi giorni fa, hanno causato qualche malumore tra i soci della provincia di Parma e quelli delle altre provincie. In merito interviene il presidente, Giuseppe Alai (foto), con una unga lettera inviata al quotidiano la Gazzetta di Parma, che pubblichiamo integralmente.

“Parto da un dato: i consumatori in queste settimane ci hanno guardato con rispetto e solidarietà, consentendoci di entrare con il nostro parmigiano reggiano in tante case e nuovi frigoriferi che non ne conoscevano il sapore: anche noi dovevamo fare la nostra parte, e l’assemblea del 24 luglio ha suggellato questo patto, ricambiando il rispetto ricevuto, difendendo gli interessi di consumatori e produttori, così come è negli scopi di un Consorzio che rappresenta un sistema imprenditoriale. Anche a maggioranza, se serve. La proposta approvata in assemblea è sì di tipo solidaristico, ma non riguarda solo i caseifici terremotati, bensì tutto il sistema. Si tratta, infatti, di una proposta di tipo industriale che mira a un risultato multiplo partendo da un elemento fondativo: evitare la ‘svendita’ del prodotto ‘terremotato’ da parte di chi, pur di salvare il salvabile, avrebbe potuto cederlo a prezzi tali da abbassare tutte le quotazioni di mercato, ma anche in condizioni (presenza di polvere, calcinacci, legno e pezzi di ferro) in grado da determinare un allontanamento dei consumatori. Garantire il consumatore e tutelare il prestigio e il posizionamento del parmigiano reggiano ai massimi livelli di quotazione rispetto a tutti i formaggi: sono gli esiti di questa operazione, alla quale qualcuno pensava forse di sostituire una sorta di beneficenza affidata al caso e allo spontaneismo. Alai entra anche nel merito del malumore dei caseifici parmensi. “La proposta di diverse Associazioni dei produttori di Parma è stata valutata dal Consiglio non idonea al raggiungimento di questi obiettivi, nonché foriera di un indebolimento del Consorzio negli anni futuri, limitandone le risorse per le azioni promozionali… La proposta del Consiglio (di tipo industriale, lo ribadisco, perchè finalizzata a destinare a canali non tradizionali tutte le forme danneggiate dal sisma) ha trovato il parere favorevole di 269 presenti su 318: rispetto ai 44 contrari totali, l’84,6% dei caseifici presenti ha espresso voto favorevole… Mi pare quantomeno fuorviante parlare di “spaccatura” o di “decisioni imposte’. Vengo alla partecipazione. Ebbene, se l’assenza (come pare di capire) conta più della presenza, allora viene da chiedersi se cambiare lo Statuto consortile nel 2010 per rispondere alle attese dei caseifici non sia stato del tutto inutile. E’ stato cioè inutile un percorso che da allora consente a tutti i caseifici (e non solo ad alcuni delegati, pari all’8-10% dei consorziati) di partecipare alla vita del Consorzio ed esprimere in assemblea le loro opinioni e il loro voto? Il precedente statuto poneva una sbarra alla partecipazione alle decisioni: questa sbarra è stata rimossa, dando a tutti i caseifici (perché tutti contribuiscono economicamente alle attività del Consorzio) la possibilità di decidere democraticamente insieme, all’unanimità o a maggioranza, ma senza diritti di veto che nessuno può vantare. Quanto agli assenti, nell’assoluto rispetto della loro scelta, ritengo si sia trattato di un’opportunità persa rispetto a queste possibilità aperte nel 2010, e in ogni caso personalmente non credo ad una democrazia fondata sull’assenza, ma ad una democrazia della partecipazione e anche del dissenso, che ai consorziati – e a nessun altro – assegna la responsabilità di essere i veri decisori di ogni scelta”.
(AR)

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