Perché a Tosano a Nerviano (Mi) non interessa difendere l’ambiente e produrre meno Co2?

2024-11-27T14:42:12+01:0027 Novembre 2024 - 11:51|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Retail|Tag: , , , |

Di Luigi Rubinelli

Il direttore di Alimentando, Angelo Frigerio, ha realizzato un filmato (guarda qui) sull’ultima apertura di Tosano a Nerviano (Mi). È subentrato a un precedente Bennet. 7mila mq sono una superficie ragguardevole per competere in questa area.

Ce la farà Tosano a sfondare dove altri hanno fallito? Voglio essere sincero: sì ce la farà, anche se a quell’impianto manca qualcosa.

Cosa manca?

Per capirlo bisogna fare un passo indietro e andare a Cerea (Vr) nel suo flagship storico. Tosano si era fatto riprogettare il reparto surgelati. Come descritto nella foto qui sotto.

È un bel reparto, le vasche dei surgelati sono chiuse in nome della sostenibilità. È un passo avanti, quello fatto da Tosano, ed è anche un segnale per tutti i concorrenti: le vasche vanno chiuse per non disperdere energia e risparmiare sui costi e far risparmiare l’ambiente. Le vendite ne risentiranno, si sono chiesti probabilmente a Cerea? Probabilmente, ma poi le riprenderemo.

Cosa manca a Tosano di Nerviano

Nell’apertura di Nerviano, ben documentata da Frigerio i pozzi dei surgelati, invece, sono tutti aperti come le scaffalature refrigerate dei freschi.

Evidentemente hanno ripensato al modello di Cerea, descritto nella foto sopra, e hanno deciso di non chiudere surgelati e freschi.

La sostenibilità, evidentemente, non è più interessante, il cliente è ostacolato nello scegliere il suo surgelato preferito o il suo salume o formaggio fresco.

Sia ben chiaro: ognuno è libero di fare quel che vuole a casa sua, ma il problema della sostenibilità e dell’ambiente che sta andando a catafascio, affrontato a fatica e con disappunti vari alla all’ultima Cop29 da politici di seconda fila, ospitati da un paese produttore di petrolio che non potrebbe tifare per l’ambiente per ovvii motivi, è un problema che riguarda tutta la società nel suo insieme, poveri e ricchi, imprenditori e lavoratori, italiani e neo-futuri-italiani.

La sostenibilità riguarda tutti soprattutto la Gdo e i suoi impianti di vendita che sono energivori e producono Co2 in quantità. Sorprende che nell’impianto di Nerviano il concetto di sostenibilità e di ambiente come luogo comune da difendere non sia stato affrontato a sufficienza.

Suggeriamo a tutta la dirigenza di Tosano tre letture:

Lévi-Strauss, Claude, 1960, Tristi Tropici, Milano: il Saggiatore [ed. or. 1955].

Lévi-Strauss, Claude, 1966, Il crudo e il cotto, Milano: il Saggiatore [ed. or. 1964]

Lévi-Strauss, Claude, 1974, L’uomo nudo, Milano: il Saggiatore [ed. or. 1971].

Lévi-Strauss è noto per il suo pessimismo, ha scritto questi scenari anzi tempo. Ma purtroppo stiamo andando nella direzione espressa e documentata dall’antropologo francese. Bisognerebbe che le aziende della Gdo non aiutassero ancora di più a spingere l’ambiente verso il collasso, anche con piccoli gesti, come coprire i pozzi dei surgelati o i lineari refrigerati dei freschi nei nuovi impianti commerciali, anche se questo comporta maggiori costi.

Magari ridurranno di un po’ le vendite a mq (che per Tosano stimiamo in 17mila euro al mq), ma faranno felici i nostri figli e i nostri nipoti che potranno parlare con tranquillità dei problemi risolti dell’ambiente.

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