Piacenza – La situazione della peste suina africana resta complicata a Piacenza. All’incertezza generalizzata si aggiungono i ritardi degli indennizzi per i cosiddetti “danni indiretti”, ovvero i danni causati agli allevamenti nelle zone di restrizione, che non hanno registrato focolai al proprio interno. Spiega al sito La Libertà Rudy Milani, presidente nazionale suinicoltori di Confagricoltura: “La questione indennizzi si fa lunga e complicata”.
“Dal 6 gennaio 2022, data dell’ingresso della peste suina in Italia continentale, sono stati emanati due decreti con provvista finanziaria per i danni indiretti”, spiega Milani. “Il primo, con scadenza 30 giugno 2022, è stato liquidato a fine 2022. I bonifici del secondo decreto, con scadenza al 30 novembre 2023, sono stati erogati un mese fa. Poi più niente”.
Eppure il primo caso di cinghiale infetto nel piacentino è di novembre 2023 (Pizzonero di Ottone). Le zone di restrizione I e II a Piacenza sono state istituite tra novembre e dicembre e poi nei mesi successivi. A distanza di nove mesi, dunque, gli allevatori piacentini danneggiati sono ancora in attesa di ricevere gli indennizzi.