Piani produttivi, Berni (grana padano): “Antitetici rispetto alle quote latte”

2015-04-07T14:53:28+02:007 Aprile 2015 - 14:53|Categorie: Formaggi|Tag: , , , |

Desenzano del Garda (Bs) – Con una lunga nota, il direttore del Consorzio di tutela del grana padano, Stefano Berni (foto), interviene sul dibattito intorno a piani produttivi e fine del regime delle quote latte. Proprio in merito a queste ultime, scrive Berni: “Le quote latte hanno rappresentato un vero freno alle aziende zootecniche e le multe avevano un costo quasi pari al valore del latte. E’ bene quindi soffermarci sulle enormi differenze che esistono tra i piani produttivi e le quote latte”. Il giudizio sul regime delle quote è decisamente negativo, anche se “va onestamente riconosciuto che l’aver tenuto l’Italia molto sotto il suo fabbisogno ha consentito negli anni un prezzo medio alla stalla assai più alto di quelli dei paesi eccedentari che dovevano esportare, come la Germania e la Francia, con un differenziale superiore al costo del trasporto da quei Paesi all’Italia e ciò grazie anche alle Dop, con ciò consentendo di compensare i maggiori costi di produzione delle stalle italiane rispetto alle franco tedesche”. Molto positivo, invece, secondo Berni, l’impatto dei piani produttivi, che si “confrontano esclusivamente con i mercati, la loro ricettività e forniscono risorse aggiuntive per l’acquisto di nuovi spazi di mercato”. E in merito ai piani produttivi del grana padano, Berni conclude: “Da quando sono in vigore, la produzione è salita mediamente del 2,5% all’anno e la dimensione media dei caseifici è cresciuta in produttività annua di ben il 51,6%. Il piano produttivo infatti, tra le varie cose, ha anche favorito gli accorpamenti, le fusioni tra cooperative o le cessioni di ramo d’azienda generando benefici a chi ha deciso di cedere i rami d’azienda e ovviamente a chi ha deciso di acquistarli”.

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