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Raffaele Mincione va a processo in Vaticano

2023-06-29T15:49:04+02:005 Luglio 2021 - 17:16|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , |

Città del Vaticano – Il Vaticangate irrompe nel mondo della finanza e scuote equilibri consolidati. Con un decreto del 3 luglio il Presidente del Tribunale Vaticano ha disposto la citazione a giudizio di una serie di imputati nell’ambito della vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Fra le persone che vanno a processo, oltre al cardinale Angelo Becciu, c’è anche Raffaele Mincione, accusato di peculato, truffa, abuso d’ufficio, appropriazione indebita e autoriciclaggio.

Il finanziere di Pomezia viene coinvolto nell’indagine in quanto la Segreteria di Stato, fra il giugno 2013 e il febbraio 2014, avrebbe impropriamente investito, secondo i giudici, 200 milioni di dollari proprio nel suo fondo  Athena Capital Global Opportunities. Fra l’altro indebitandosi con Credit Suisse. Secondo i magistrati: “Contravvenendo ad elementari principi di prudenza le somme della Segreteria di Stato venivano impiegate, oltre che per realizzare operazioni imprudentemente e irragionevolmente speculative, come scalate a ad alcuni istituti bancari italiani in incipiente stato di crisi, anche per finanziare soggetti giuridici facenti capo allo stesso Raffaele Mincione il quale così, mentre da un lato era il gestore del fondo (incarico remunerato con generose commissioni) dall’altro poteva utilizzare le risorse finanziarie dello Stato Vaticano per le proprie iniziative”. Fra queste operazioni c’è anche l’acquisto di un immobile a Londra che, secondo i giudici, era sovrastimato. Non solo. La Segreteria di Stato sarebbe stata tenuta all’oscuro di un debito contratto con Deutsche Bank per 75 milioni di sterline.

Per fortuna (o no?) in Vaticano si accorgono che l’operazione risulta essere dannosissima per la Santa Sede. Si decide quindi di rompere con Mincione. Da qui il coinvolgimento di Gianluigi Torzi (anche lui inquisito) che, sempre secondo i giudici, al posto di acquisire l’immobile per la Santa Sede, pagando 40 milioni di sterline, ne rimane in possesso. Di più, nel Decreto del Tribunale Vaticano si legge: “Sono state eseguite precise evidenze che dimostrano che parte dei 15 milioni di euro che la Segreteria di Stato ha corrisposto a Gianluigi Torzi… per riscattare l’immobile che egli non intendeva cedere al Vaticano, sono stati girati da Torzi a Raffaele Mincione”.

Vale la pena sottolineare che Mincione si è sempre dichiarato innocente. Nel giugno del 2020 aveva rilasciato all’agenzia Adnkronos la seguente dichiarazione: “Io il palazzo l’ho venduto al Vaticano. L’ho venduto a Edgar Pena Parra [cardinale venezuelano, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede dal 2018, quando è subentrato a Giovanni Angelo Becciu, ndr], allo sceriffo messo da altre persone per fare questa cosa. Non l’ho venduto a Torzi. Torzi è stato incaricato dal Vaticano di comprare il palazzo per loro: è differente la storia. Questa storia mi fa impazzire dalla rabbia, ogni volta”. Secondo il finanziere il Vaticano aveva ricevuto un’offerta di 300 milioni da un primario developer britannico, che avrebbe permesso al Vaticano un margine di 23 milioni rispetto al prezzo iniziale, 277 milioni. Secondo Mincione, inoltre, Torzi era semplicemente la sua “controparte, non un socio” e “l’unica parte non oscura” in questa vicenda è la sua. In sostanza, secondo Mincione, “è un rapporto tra loro due [Santa Sede e Torzi, ndr], è un problema loro. Si sono fidati di qualcuno di cui non dovevano, se questo è il tema. E che c’entro io?”.

Ricordiamo infine che, nel maggio del 2019, Conad chiude un accordo per l’acquisizione della quasi totalità delle attività di Auchan Retail Italia. Con questa operazione, si legge nella nota diffusa dall’insegna, “entra in Conad una parte importante dei circa 1.600 punti vendita di Auchan Retail Italia: ipermercati, supermercati, negozi di prossimità con i marchi Auchan e Simply, disposti sul territorio italiano in modo complementare alla rete Conad”. L’acquisizione viene condotta da Conad con il supporto proprio di Wrm Group, società specializzata nel real estate commerciale che fa capo al finanziere Raffaele Mincione. Mentre, nel luglio dello scorso anno, pagando 40 milioni di euro, sempre Wrm Group acquisisce il gruppo Kipre. La società lussemburghese fondata da Raffaele Mincione salva da una situazione complessa l’azienda italiana attiva nella produzione di prosciutti con i marchi Principe e Kings. Con l’accordo, Wrm Group acquista il 100% di Kipre attraverso il fondo Athena Capital. Sempre quello.

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