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Regolamento Ue sui pesticidi: rischio boicottaggio? Il commento di De Castro (parlamento Ue)

Bruxelles (Belgio) – La valutazione d’impatto aggiuntiva sulla proposta europea del Regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci (Sur) richiesta da 17 Stati membri (tra cui l’Italia) ha fatto discutere, e il mondo del bio ritiene che si tratti di un tentativo di boicottaggio (leggi qui). L’europarlamentare Paolo de Castro, in un’intervista rilasciata a GreenPlanet, commenta: “Noi siamo a favore della riduzione della chimica in agricoltura ma va fatta con criterio. Con gli agricoltori e non contro di loro”.

La richiesta di una valutazione ulteriore ha incontrato il favore della Commissione Ue. Il Regolamento proposto, infatti, “non teneva conto degli effetti del conflitto russo-ucraino sul sistema dell’economia agraria”. Inoltre, “la stessa Commissione ha ammesso di non avere tenuto conto, nella valutazione di impatto, neanche dei progressi realizzati da alcuni Paesi con maggior consumo di fitofarmaci. Non si può certo paragonare un Paese del Nord Europa dedito alla silvicoltura o ai pascoli con uno situato nel Bacino mediterraneo in cui si producono ortaggi, frutta, o, ancora, derrate primarie, che deve fare fronte ad una quantità crescente di fitopatologie”.

A proposito del ritardo sulle tempistiche, De Castro afferma che “è un problema della Commissione che ha fatto una serie di errori, guidata probabilmente da un fumus ideologico più che da analisi scientifiche. E sostiene che “la lotta al cambio climatico non si fa con la riduzione della chimica in campo. Non credo che abbia un rilievo immediato”. Piuttosto, servirebbero alternative: “Quello che chiediamo è di ritirare questa proposta e farla bene. Accanto ad un programma di riduzione di chimica serve, parimenti, un programma che fornisca alternative concrete agli agricoltori. Oltretutto quelle esistenti sono estremamente costose. In tal senso servono risposte anche finanziarie”.

Anche il commissario Ue all’Ambiente Virginijus Sinkevicius sostiene che “un target di riduzione del 50% nell’uso dei pesticidi entro il 2030 in effetti è alto e ci sono ampie differenze tra gli Stati membri quanto a uso per ettaro” delle sostanze chimiche. Secondo Sinkevicius “un possibile compromesso potrebbe assicurare che quelli che sono a livelli molto alti diminuiscano per avere una situazione più equa nei diversi Paesi”.

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