Report su Farinetti (4). I rapporti con la politica e la vicenda di Expo 2015

2024-12-30T10:58:42+02:0030 Dicembre 2024 - 10:58|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

Roma – La puntata di Report andata in onda domenica 29 dicembre è entrata nel merito dei rapporti di Oscar Farinetti con la politica. In primis a Torino, dove il sindaco Sergio Chiamparino avrebbe sostenuto l’impresa di Eataly concedendo il vecchio sito produttivo della Carpano. Poi Farinetti avrebbe incontrato Matteo Renzi. Le narrazioni dei due si somigliavano. “Oscar è uno di quelli che ci indica la strada”, dichiarò Renzi nella fase della propria irresistibile ascesa, che da sindaco di Firenze lo avrebbe portato prima ad assumere la segreteria del Pd, poi la presidenza del Consiglio, e infine all’exploit del 40% alle elezioni europee, prima d’implodere clamorosamente sul progetto di riforma costituzionale. “È uno che ha entusiasmo, io lo considero uno di noi”, disse presentandolo a una convention. “Per questo non sta parlando l’imprenditore Oscar Farinetti. Sta parlando un compagno di strada”.

Report ha chiesto a Farinetti se la vicinanza a Renzi gli è stata utile nelle sue avventure imprenditoriali. “No”, è la risposta secca. “Si potrebbe dire paradossalmente che mi ha danneggiato”. Ma in occasione di Expo 2015, Farinetti si aggiudica la concessione di venti ristoranti regionali dentro al padiglione di Rho, senza alcuna gara. Presidente del Consiglio è Matteo Renzi, commissario straordinario per Expo è Beppe Sala, che diventerà l’anno dopo sindaco di Milano con il Pd. “Sala poteva fare anche senza bandi. Hanno fatto i bandi e sono andati deserti”, ricorda Oscar. In realtà, per la gestione non sarebbe stata mai fatta alcuna gara, come attesta una lettera allo stesso Sala dell’ex commissario alla Corruzione Raffaele Cantone, l’11 giugno 2015, dove, in merito ai chiarimenti richiesti, si lamentano le risposte “scarsamente condivisibili”.

Farinetti ricorda che la manifestazione produsse per i ristoranti 40 milioni di euro, e che pagò 2 milioni di affitto. “È andata bene per Expo, bene per me, benissimo per i ristoranti”. Sala scrisse che Eataly era l’unica in grado di assolvere a quel compito. Report invece ha intervistato Piero Sassone, fondatore dell’Icif, Istituto Italiano di Cucina Gastronomica di Costigliole. Sassone ricorda di aver tentato di concorrere alla gestione dei ristoranti di Expo, e di aver fatto in tal senso un esposto all’Autorità anti-corruzione. “Tante realtà sono poi state coinvolte da Farinetti in subappalto. Noi, dopo aver capito che non c’era la possibilità di partecipare per l’Italia, ci siamo aggiudicati la ristorazione per il padiglione del Bahrain, dell’Angola, dell’Argentina, della Colombia, Israele, Messico”.

Il punto è che Sassone lamenta di aver avuto delle conseguenze dopo l’esposto. “A pochi mesi dalla fine di Expo ci siamo trovati con una verifica fiscale a tappeto, e la GdF in tutte le nostre sedi. L’indagine è durata due anni. Il verbale concluse che eravamo una ‘attività inesistente’, come se fossimo una grande cartiera. La Procura di Asti ha subito emesso un provvedimento di sequestro preventivo di tutti i nostri beni. Ho pensato persino al suicidio. Il magistrato ha poi ordinato una controindagine, al termine della quale è emerso che era tutto regolare, e le attività esistevano”.

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