Roma – La puntata di Report di domenica 29 dicembre, nella parte relativa alla storia di Oscar Farinetti, è stata un capolavoro giornalistico. Walter Molino e Andrea Tornago hanno tracciato un ritratto del Piemontesino bello (si fa per dire) che è tutto il contrario di quello a cui siamo stati abituati dai media (tranne poche eccezioni, fra cui il nostro Gruppo editoriale).
La favola del grande imprenditore, del visionario, del portabandiera del Made in Italy nel mondo si è scontrata con la realtà dei fatti. L’esaltazione del padre partigiano, accusato di ricettazione; la nascita di Eataly (aiutato da Sergio Chiamparino, ex sindaco Pd del comune di Torino) e le sue perdite milionarie; i ristoranti di Expo 2015 (con il benestare di Giuseppe Sala, sindaco di Milano); la vendita di Lurisia alla Coca Cola, definita da Farinetti come “società etica”; il lancio di Fico (un flop colossale costato 180 milioni di euro), la sua chiusura e la conseguente nascita di Grand Tour Italia, dietro al quale pare si celi una grande operazione immobiliare. Ne viene fuori il ritratto di un gran furbacchione che ha utilizzato la politica e alcuni privati fessacchiotti per fare gli affari suoi.
Nulla di nuovo sotto il sole per i nostri affezionati lettori. Da molti anni il sito alimentando e le riviste di Tespi Mediagroup hanno fatto emergere le magagne dietro le varie operazioni farinettiane. Oggi il Re è nudo. Un bel 9 agli autori del servizio. Non 10 in quanto manca un approfondimento su Green Pea, il mall ecosostenibile creato da Oscar Farinetti a Torino nel 2020.
Ma vi svelo un retroscena. Nel novembre dello scorso anno Walter Molino mi contattò dopo aver visto su alimentando una serie di articoli proprio su Green Pea. Insieme a lui e a un suo operatore visitammo il mall. Ma da agosto 2024 è tutto cambiato, come si può leggere qui. Avvisai Molino che non si poteva mandare in onda. Manca dunque un pezzo: il racconto dell’ennesima società in perdita del nostro grande imprenditore Oscar Farinetti.
