Milano – L’Ente nazionale risi fa sapere che il Parlamento Ue rifiuta ogni possibile accordo con il Consiglio e la Commissione sulla revisione del regolamento Spg (sistema di preferenze generalizzate) del riso – che prevede preferenze tariffarie, dazi ridotti o nulli, su alcune importazioni di riso da Paesi in via di sviluppo -, se non sarà prevista una clausola di salvaguardia automatica per il riso importato dai Paesi meno avanzati, tra i quali rientrano Cambogia e Myanmar che nella scorsa campagna di commercializzazione hanno invaso il mercato europeo con circa 480mila tonnellate di riso base lavorato in esenzione da dazio. L’Ente fa dunque sapere che è stato bloccato il trilogo (il negoziato informale tra rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione Ue) avviato nei giorni scorsi.
“Voglio ringraziare i parlamentari europei che si sono confrontati in questi giorni con le organizzazioni del settore e con gli uffici dell’Ente Nazionale Risi”, spiega Natalia Bobba, presidente dell’Ente, “e che credono fermamente che debba essere reso operativo, quanto prima, il principio di reciprocità garantendo così alle nostre aziende di poter competere con chi applica le stesse regole a cui sono obbligati i risicoltori italiani e comunitari. La tutela della filiera e dei cittadini dell’Unione è un valore fondamentale da difendere”.