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Sace: energia e conflitto russo-ucraino gravano sulle imprese esportatrici italiane

2022-10-24T12:16:42+02:0024 Ottobre 2022 - 12:16|Categorie: Mercato|Tag: , , , , , |

Meda (Mb) – Crisi energetica e conflitto russo-ucraino gravano sulle spalle delle imprese italiane esportatrici. A delineare il quadro, l’indagine condotta dal Centro Studi Tagliacarne per Sace su un campione di 3mila imprese manifatturiere con un numero di addetti inferiore alle 500 unità. A generare le maggiori difficoltà per il 90% delle aziende è l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Per sostenere la propria competitività, il 21% si è attivato per utilizzare le risorse del Pnrr (contro l’11% di quelle che si limitano al mercato interno italiano). Stando all’analisi, inoltre, il 19% delle imprese esportatrici sta subendo un pesante impatto derivante dal conflitto rispetto al 14% evidenziato dalle imprese non esportatrici. Tra i comparti che soffrono maggiormente, food, arredamento e moda. “L’approvvigionamento energetico preoccupa un’impresa alimentare su cinque”, si legge nel report. Sul fronte dimensionale, sono le grandi imprese (tra 250 e i 499 addetti), quelle più in difficoltà per l’aumento dei prezzi energetici (89% contro 84% delle piccole), anche a causa dei livelli più elevati di consumi. “Ma le imprese esportatrici sono le più attrezzate a rispondere a questi tipi di shock”, continua lo studio. “Il 62% degli intervistati, infatti, ha fatto sapere di disporre di strumenti per far fronte a possibili scenari di crisi (contro il 54% nel caso delle non esportatrici), mentre il 56% ha quantificato le possibili perdite in caso di interruzione della catena di fornitura prevedendo strategie di contrasto”.

 

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