Salubrità, marketing e export: i punti fermi del vino del futuro

2012-06-19T11:06:24+01:0019 Giugno 2012 - 09:57|Categorie: Vini|Tag: , , , |

Milano – È stato presentato ieri a Milano dal Gruppo Sole 24 Ore il primo rapporto di filiera dal titolo “Vino futuri possibili”. L’analisi individua alcuni punti chiave per le prospettive delle produzioni nazionali come rapporto qualità-prezzo, salubrità (assenza di allergeni e vini biologici), marketing e comunicazione e soprattutto export, che ha toccato nel 2011 i 4,4 miliardi di euro. Notizie meno positive arrivano dal mercato interno, che registra consumi sempre più in calo. In particolare nel fuori casa, mentre tiene la Grande distribuzione, che vanta il 60% delle vendite. Super e Iper puntano sempre più sulla qualità e hanno incrementato del 14% la presenza di etichette di livello medio alto: “L’Horeca dà la sensazione di calare a doppia cifra per il terzo anno consecutivo, mentre la Gdo è in equilibrio e consolida la percezione di sostituire l’enoteca”, dichiara Riccardo Ravasio, direttore mercato italiano di Giv (Gruppo italiano vini) a Il Sole 24 Ore: “Il problema è che si beve meno e si vuole spendere meno, quindi i produttori di qualità, cioè le bottiglie sopra i cinque euro sono sotto pressione”. (PF)

Torna in cima