Di Luigi Rubinelli
Potete giudicare Sarni come volete, ovviamente, ma la sua voglia di differenziarsi dai competitor merita una riflessione. Le fotografie di questo articolo sono state fatte nel Sarni di Teano (Ce).
La comunicazione è ricca di prodotti XXL e prodotti ‘giga’, nel senso di grandi. E questa è già una prima differenza dai competitor che, magari hanno anch’essi porzioni grandi, ma non le disegnano in questo modo.
Le fotografie di prodotto sono senza fronzoli, basta mettere in evidenza il piatto in quanto tale, su sfondo bianco.
Il richiamo alle materie prime utilizzate è continuo anche se, francamente, non documentato, come nel caso della pizza presente in assortimento fino ad esaurimento e quindi può capitare che a una certa ora non ce ne sia più…
Interessante l’introduzione del pokè per la varietà di materie prime utilizzate e di soluzioni possibile. Ma ancor più interessante è l’introduzione del piccolo chiosco, monomarca, di mozzarella di bufala, forse impegnativo nell’allestimento e nella manutenzione, ma comunque distintivo rispetto ai competitor.
Rimane, nel market, una massificazione senza scopo, cioè una generalizzazione massificata che non permette di valorizzare appieno i prodotti, anche se cominciano a comparire i grandi marchi che, in genere, suggeriscono direttamente le regole del visual merchandising.
In alcuni Sarni del Centro Italia ci sono tentativi di costruire un layout circolare, inusuale nella ristorazione autostradale. Da ricordare, inoltre, che Sarni serve il caffè Illy, il top di gamma nella categoria, che manca agli altri competitor.