Roma – Domenica è sempre domenica. Nello stesso giorno, con lo stesso lancio in copertina, nello stesso quotidiano (Il Giornale) Ettore Prandini riprende le accuse contro Confagricoltura e Union Food già lanciate, la scorsa settimana, da Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia (leggi qui). E’ la seconda puntata de ‘La guerra del cibo’, così come l’ha definita Osvaldo De Paolini, vice direttore del quotidiano e autore dell’intervista al presidente di Coldiretti. Che picchia duro e presenta un manifesto, in fase di diffusione in tutta Italia, contro: “I nuovi centri di Azione Agraria nemici dei consumatori e dei coltivatori” laddove si legge: “Non lasciatevi ingannare dai nuovi potentati”. E chi mai sarebbero? “Bill Gates e tutti gli investitori sul cibo sintetico; multinazionali del cibo spazzatura; alcuni contoterzisti isolati; speculatori sul fotovoltaico a terra; Union Food e le sue multinazionali con al traino Confagricoltura; alcune industrie alimentari socie di Union Food che rischiano anche inconsapevolmente di svendere la Dieta Mediterranea”.
Un attacco diretto e senza mezzi termini. Ma perché questa acrimonia nei confronti delle due associazioni? Semplice, hanno avuto l’ardire di creare un contenitore simile a Filiera Italia. Si chiama Mediterranea e raccoglie sia tutte le aziende associate a Union Food sia la stessa Confagricoltura, il cui presidente, Massimiliano Giansanti, è anche presidente della neonata associazione. Apriti cielo! Voci solitamente bene informate segnalano che, alla notizia della nascita del nuovo contenitore industrial/agricolo, il più incazzato fosse Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti. Ecco allora il motivo dell’attacco concentrico. Con una tirata d’orecchio proprio a Confagricoltura, sempre a cura di Prandini: “Non ha senso favorire un’associazione come Union Food che rappresenta gruppi globali di cibo omologato, rischiando di svilire un patrimonio incommensurabile come la dieta mediterranea… Non è una guerra fra sindacati, in gioco c’è l’identità del nostro sistema agroalimentare”. Finora le due associazioni ‘incriminate’ non hanno risposto ai virulenti attacchi.