Roma – “Positivo lo sforzo delle istituzioni italiane ed in particolare del ministero degli Affari esteri, di assicurare il rispetto dell’Italia alle sanzioni previste verso la Russia cercando tuttavia di trovare un punto di equilibrio sulle conseguenze che le nuove misure previste dall’ennesimo pacchetto sanzioni comportano per le aziende italiane”, dichiara Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, che ha partecipato al tavolo Russia presso il Maeci. Nel corso del workshop sono state affrontate varie problematiche come le ricadute delle sanzioni sul sistema delle imprese italiane. Secondo i dati Filiera Italia, l’export della nostra industria alimentare in Russia, nel 2023, si è fermato a 522 milioni di euro, con un -12,5% sull’anno precedente.
“Giusto che le nuove misure previste dall’Europa siano sostenibili ed equilibrate“, prosegue Scordamaglia, “e che risultino efficaci negli obiettivi, ma che al tempo stesso tutelino il settore privato italiano, soprattutto quelle filiere, che come quella agroalimentare, nulla hanno a che fare con le attività belliche”. “L’Italia sta giustamente rispondendo con efficacia e coerenza all’aumento della pressione sanzionatoria decisa, ma ciò non deve tradursi in una penalizzazione del settore agroalimentare che già ha pagato un pesante scotto con un calo delle esportazioni di oltre il 40% complessivo verso quel paese e con un aumento esponenziale dei fenomeni di Italian Sounding all’interno della federazione russa”, ha detto l’amministratore delegato.