Galizia (Spagna) – Una sentenza storica del Tribunale Superiore di Giustizia della Galizia (Spagna) ha riconosciuto per la prima volta in Europa che l’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi può violare i diritti fondamentali delle persone. Il tribunale ha condannato il governo regionale e l’ente idrico per non aver controllato per oltre 20 anni l’impatto ambientale di oltre 300 megallevamenti di suini e pollame nella zona di A Limia, attorno al bacino idrico di As Conchas, gravemente contaminata da nitrati, antibiotici e cianobatteri.
Secondo i giudici, è stato violato il diritto alla vita, alla salute, all’integrità personale e all’accesso all’acqua potabile. Gli abitanti, infatti, da anni convivono con odori nauseabondi, gas irritanti e la costante ansia di utilizzare l’acqua dei pozzi o del rubinetto. Le autorità sono state obbligate a intervenire subito per risanare l’ambiente e garantire acqua sicura, oltre a risarcire i cittadini danneggiati con mille euro al mese, fino a un massimo di 30mila euro a persona.
La causa è stata portata avanti da residenti, associazioni locali e ambientaliste. Gli esperti hanno confermato la contaminazione delle falde e l’inadeguata gestione dei rifiuti zootecnici. La sentenza, senza precedenti, applica il paradigma dei diritti umani alla gestione ambientale, trasformando un problema ecologico in una questione di giustizia sociale e sanitaria.
In Italia, situazioni simili sono monitorate da Arpa e Ispra, soprattutto nel Nord (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto), dove molte falde superano i limiti di nitrati. Nonostante alcuni miglioramenti recenti, restano criticità legate alla pressione degli allevamenti intensivi. La sentenza spagnola potrebbe diventare un importante precedente anche per il contesto italiano.