Dazi Usa – Ue (1). Sospese per i prossimi cinque anni le tariffe sull’agroalimentare

2021-06-18T10:58:47+02:0015 Giugno 2021 - 16:20|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , |

Bruxelles (Belgio) – “Si apre un nuovo capitolo nelle nostre relazioni perché, dopo ben 17 anni di controversie, stiamo passando da un contenzioso a una storica collaborazione”. È con queste parole che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, commenta l’accordo appena siglato durante il vertice Usa – Ue tenutosi a Bruxelles. Le due parti hanno concordato di sospendere per i prossimi cinque anni i dazi doganali che si erano reciprocamente inflitti a seguito della controversia Airbus – Boeing. Già a marzo il neo-eletto Joe Biden aveva annunciato la momentanea sospensione dei dazi imposti sull’agroalimentare e su altri beni di provenienza europea (leggi qui). La tregua, con scadenza a luglio 2021, viene quindi prorogata di un lustro. “È un grande interesse degli Stati Uniti avere una buona relazione con la Nato e l’Ue, una grande opportunità”, spiega Biden. “Ho una visione molto diversa da quella del mio predecessore”. Gli fa eco la presidente von der Leyen: “Gli ultimi quattro anni non sono stati facili. Il mondo è cambiato drammaticamente, l’Europa è cambiata, ma noi riaffermiamo la nostra amicizia e la nostra alleanza e non vediamo l’ora di lavorare insieme”. Può tirare un enorme sospiro di sollievo il settore agroalimentare italiano, così fortemente colpito dalle precedenti tariffe imposte all’export. Nell’ottobre 2019, a seguito di una decisione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), gli Stati Uniti avevano applicato un dazio aggiuntivo, pari al 25% del valore, su una lista di prodotti agroalimentari di provenienza Ue. Tra le referenze più colpite i formaggi – Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primis – salumi, agrumi, succhi e liquori italiani. In base ai dati rilasciati dalla Commissione europea, nel 2020 le esportazioni del Bel Paese verso gli Usa si sono ridotte di 400 milioni di euro rispetto al 2019. E anche nei primi mesi del 2021 si sono registrate flessioni per un valore di 287 milioni di euro.

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