Sugar Tax, per ora nessun rinvio

2025-02-18T11:59:55+02:0017 Febbraio 2025 - 14:39|Categorie: Beverage, in evidenza, Mercato|Tag: |

Roma – Il decreto Milleproroghe, per ora, non ha previsto il rinvio della Sugar Tax. Il provvedimento consiste nell’applicazione di una tassa alle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti, in particolare di 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e dello 0,25 euro per kg nei prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. Introdotta con la legge di bilancio 2020, la misura è stata costantemente rinviata tramite il decreto Milleproroghe di inizio anno tramite emendamenti ad hoc, ma finora non è accaduto. Se non ci saranno ulteriori interventi normativi, dovrebbe entrare in vigore a luglio.

Federalimentare esprime profonda amarezza per il parere negativo espresso dal Mef e dalla Ragioneria dello Stato agli emendamenti presentati in Commissione Affari costituzionali del Senato sul rinvio della Sugar Tax. Nonostante ci fosse la volontà politica al rinvio della tassa e nonostante si fosse trovata una concorde trasversalità da parte dei gruppi parlamentari di posticipare al 2026 l’introduzione della Sugar Tax, purtroppo questa speranza è venuta meno”, dichiara in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. “Siamo perciò stupiti e increduli per la scelta odierna che fa male all’industria, ai consumatori e a tutta la filiera produttiva con pesanti ripercussioni sul settore food & beverage che pagherà il conto più alto”.

Tuttavia, resta da capire come si muoverà il governo nei prossimi mesi: non si esclude infatti un intervento in materia prima di luglio. “Il rinvio dell’entrata in vigore della Sugar Tax e il turnover, e quindi la volontà di garantire più assunzioni, per le forze dell’ordine, sono sicuramente temi a cui l’esecutivo presta attenzione. Il governo e il Mef hanno raccolto le sollecitazioni dei partiti di maggioranza, di Forza Italia in particolare, e ci impegniamo ad affrontare entrambe le questioni di qui a qualche mese“, ha dichiarato Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento.

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