Trimestre anti-inflazione: gol di Lautaro o Leao oppure autorete di Gatti?

Il 1° gennaio è terminata l’iniziativa che ha coinvolto 31mila punti vendita. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, esulta: “Un successo del sistema-Italia”. Ma come stanno davvero le cose? Rispondono: Avanzini (Conad), Brisigotti (Coop), Santambrogio (VéGé). Con paragoni e sfottò calcistici…

Cala il sipario sul Trimestre anti-inflazione. Dal 1° gennaio, in 31mila punti vendita, non si vedono più i cartellini con il logo del carrello tricolore in corrispondenza dei prodotti con prezzi ribassati o bloccati. Le catene avevano risposto alla chiamata governativa in ordine sparso, ciascuna con un paniere diverso e in larghissima parte composto da prodotti Mdd. Ad annunciare lo stop, il 4 dicembre, ci ha pensato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “A due mesi dall’avvio del Trimestre anti-inflazione possiamo dirci soddisfatti dei risultati raggiunti”. Nell’occasione, Urso aveva dichiarato che il carrello tricolore non sarebbe stato riproposto nel 2024. L’iniziativa “ha contribuito a contenere i prezzi per i beni di prima necessità, alimentari e non, e a rilanciare i consumi. Il patto anti-inflazione ha inoltre registrato un consenso straordinario”. Dunque, sempre secondo Urso, “il sistema-Italia ha vinto. Ha vinto perché è stato unito e coeso nel raggiungere l’obiettivo”.

Dichiarazioni un po’ sensazionalistiche, per la verità: il tasso di crescita su base annua dei prezzi al consumo (Ipca) è passato dal +1,8% di ottobre al +0,7% di novembre. Ad ottobre, primo mese di applicazione dell’accordo, i beni alimentari non avevano registrato nessun ribasso, a fronte del -0,2% dell’indice. Alla base del calo generale dell’inflazione, comune a tutti i Paesi dell’area euro, c’è principalmente la discesa del prezzo dell’energia, com’è certificato dagli istituti di statistica dei Paesi aderenti alla moneta unica. Intestarsi il merito del calo dell’inflazione, quindi, sembra un po’ azzardato.

Il tema è stato affrontato anche nel corso della conferenza stampa di Conad, andata in scena il 19 dicembre a Milano. Angelo Frigerio, il nostro direttore, aveva posto la questione attraverso un paragone calcistico: “L’iniziativa è stata un gol del bomber dell’Inter Lautaro o un’autorete del difensore juventino Gatti?”. Così ha risposto, sorridendo, Francesco Avanzini, direttore generale operativo di Conad e noto interista: “Né l’uno, né l’altro. L’iniziativa del Governo ha sicuramente contribuito a mettere sul tappeto un problema, come quello dell’inflazione, che ha colpito i consumi degli italiani. Da parte nostra non abbiamo certo aspettato iniziative dall’esterno. Con i nostri Bassi e Fissi da tempo difendiamo il potere d’acquisto delle famiglie. Nel 2023 hanno fatto parte del nostro paniere oltre 600 prodotti, rappresentativi di 115 categorie merceologiche, con un risparmio medio per i consumatori pari al 27,8%. Per il primo trimestre del 2024, Conad si impegnerà a tenere ancora bloccati i prezzi dei prodotti del paniere”.

Interrogato allo stesso proposito, Giorgio Santambrogio, Ad di VéGé e noto milanista, così commenta: “Se avessimo avuto l’appoggio dell’industria, sarebbe stato un gol capolavoro di Leao. Non avendo avuto nessun appoggio dell’industria sia in termini di riduzione dei listini sia di procrastino dei listini stessi, è stata una vittoria rubacchiata della Juventus, su rigore, al 98°”.

Anche Domenico Brisigotti, direttore generale di Coop, nutre dubbi sull’efficacia dell’operazione. Dichiara a Repubblica: “Posso dire che nei nostri punti vendita i prodotti con i prezzi scontati o bloccati hanno riscosso un grande successo, ed è la dimostrazione che il bisogno delle famiglie c’è. Bene che quell’iniziativa sia venuta, ma era chiaro fin dall’inizio che non potesse essere una soluzione per un problema che non si sarebbe fermato al 31 dicembre. È un problema strutturale, che riguarda i livelli delle retribuzioni in Italia e la dinamica dei prezzi, questioni che per essere affrontate richiedono interventi di tutt’altro tipo”.

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