Ue-Mercosur, Scordamaglia (Filiera Italia): “Si sovrastimano i vantaggi”

2025-02-13T10:28:58+01:0013 Febbraio 2025 - 10:28|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , |

Roma – Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, commenta le recenti notizie sui vantaggi dell’accordo Ue-Mercosur, sulla base dell’elaborazione di Sace (leggi qui).  “Mi trovo proprio a Strasburgo, dove abbiamo incontrato anche il commissario Hansen, soffermandoci sull’accordo Mercosur”, spiega nell’audizione in commissione Agricoltura della Camera, come riporta Agricolae. “Tanti vantaggi geopolitici, si dice, ma il prezzo da pagare è tutto per un unico settore. In realtà c’è anche – e cercherò di dimostrarlo – una sovrastima dei vantaggi di questo accordo e una sottostima invece delle conseguenze negative che ne derivano”.

“Sentiamo in questi giorni, in cui abbiamo delle tensioni con gli Stati Uniti, che l’accordo col Mercosur ci aiuterebbe a compensare le difficoltà che potrebbero realizzarsi a seguito dell’introduzione di dazi.  Se guardiamo ai numeri di Sace, ci dicono che l’accordo Mercosur potrebbe portare al nostro Paese un vantaggio complessivo, per tutti i settori, da 5 a 6 miliardi di euro. Pensiamo che solo le esportazioni negli Stati Uniti, solo agroalimentari, quindi non di tutti gli altri settori come considerato per il Mercosur, valgono 7,8 miliardi. Quindi cerchiamo sempre di calibrare e mettere in scala effettivamente le varie aree del mondo. Per quanto riguarda la sottostima: l’accordo potrebbe essere buono, peccato non ci sia il principio di reciprocità. Il sistema di anagrafe e di tracciabilità è assolutamente volontario ed inadeguato. Stessa cosa per quanto riguarda gli antibiotici: ve ne sono tutta una serie che hanno un legittimo utilizzo nei Paesi del Mercosur, con lo scopo di aumentare la velocità di accrescimento sia nei polli che nei bovini, e quindi ridurre il costo del chilo di carne prodotto. Lo stesso vale per i pesticidi: il 30% non è consentito in Europa”.

Ha proseguito Scordamaglia: “Rispetto a questa situazione, in maniera abbastanza semplicistica, sia la Commissione europea sia i Paesi del Mercosur ci rispondono che il problema non esiste: li utilizziamo, ma l’importante è che siamo in grado di certificare i prodotti inviati sul mercato dell’Unione europea come esenti, in rispetto delle regole dell’Unione europea. Questo in un mondo ideale potrebbe funzionare: peccato che i controlli fisici effettuati sulle partite provenienti dai paesi del Mercosur che entrano nel confine dell’Ue riguardano il 3%, da normativa comunitaria. Questo vuol dire che su 100 container di carne bovina che oggi entrano in Unione europea, vengono sottoposte a controllo fisico per la ricerca dei residui solo tre container su 100. Questi tre container diventano zero se l’importazione avviene attraverso il porto di Rotterdam”.

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