Uiv: -3,7% l’export di vino italiano nel quadrimestre. Primo calo del 2025 anche a valore (-0,9%)

2025-07-16T15:39:54+02:0016 Luglio 2025 - 15:39|Categorie: Vini|Tag: , , |

Roma – Peggiora il trend dell’export italiano di vino, che chiude il quadrimestre con un tendenziale a volume a -3,7%, e valori che per la prima volta nel 2025 virano in negativo: -0,9%, a 2,5 miliardi di euro. Lo segnala Unione italiana vini (Uiv), che sottolinea come a pesare sia il gap sul mercato americano ad aprile, primo mese con i dazi al 10% (ma dal 2 all’8 aprile erano al 20%): -7,5% a volume e a -9,3% a valore rispetto ad aprile dell’anno precedente.

Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Istat a preoccupare è la performance di tutti i Paesi extra-Ue (-7,4% a volume e -1,7% a valore), a fronte di un mercato comunitario piatto. “Secondo l’Osservatorio – si legge – con i dazi statunitensi, le tensioni in Russia, il progressivo declino della domanda cinese, il calo del potere di acquisto e dei consumi, il trend è destinato a peggiorare nella seconda parte dell’anno, anche per effetto della corsa alle scorte degli Usa – iniziata nell’ultimo quarto – che ha dopato la performance del 2024”.

Le anticipazioni Uiv sui dati di maggio mostrano un nuovo rallentamento dell’export verso gli Usa: -3,4% volume e -3% valore. In lieve miglioramento la performance generale degli altri buyer extra-Ue.

“Premesso che il calo dei consumi penalizza non solo il vino tricolore ma quello di tutti i principali Paesi produttori, è oggi fondamentale prendere atto di come lo scenario della domanda sia mutato, una doccia fredda dopo anni di crescita e dopo l’accelerazione delle spedizioni di questi ultimi mesi”, afferma il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, che in merito ai dazi Usa chiede di “salvaguardare un asset che con un attivo di 7,5 miliardi di euro”.

Per il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, una tariffa statunitense al 30% sarebbe “ingestibile”. “Per il vino, che è il comparto maggiormente esposto tra le top 30 categorie merceologiche con un’incidenza del mercato Usa al 24% contro una media nazionale al 10,4%, il danno sarebbe esiziale”.

Tra i Paesi buyer, nel primo quadrimestre gli Stati Uniti rimangono in territorio positivo pur dimezzando – in un mese – la propria crescita (+0,9 volume e +6,7% valore con 666 milioni di euro), mentre scendono i volumi esportati in Germania (-3,3%) e Regno Unito (-4,8%) rispettivamente seconda e terza piazza. A seguire, stabili Svizzera e Francia, con il Canada in buona crescita assieme a quella, più limitata, di Paesi Bassi e Belgio. Preoccupano infine i cali in doppia cifra a Est, con il Giappone e ancora una volta la Cina e il crollo della Russia (-65%). Per la prima volta dopo anni, anche gli spumanti vanno in luce rossa con perdite dell’1,1% a volume e dell’1,5% a valore, mentre i fermi/frizzanti in bottiglia cedono il 5,6% nei volumi e l’1% nei valori.

 

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