Di Luigi Rubinelli
Il prezzo della tazzina del caffè al bar, consumato in piedi, sta aumentando dappertutto. Colpa dell’inflazione, da costi, colpa del cambiamento climatico e dei raccolti in parte ridotti, colpa anche di chi specula arbitrariamente senza motivi validi.
Quando stamane al bar dove vado di solito mi hanno detto che il caffè era aumentato a 1,30 euro, ho sorriso. La cassiera mi ha chiesto perché sorridevo e ho risposto: “Lo trovo anche a 1,10 euro”. Risposta: “Dove?”. “Al bar dell’Elisenda/Esselunga in via Spadari a Milano, 100 mt in linea d’aria dal Duomo”. “Ah… a Milano…”.
La signora non può aver capito di quale locale stavo parlando, avrà capito sicuramente Esselunga, visto che ci va a fare la spesa, dove alcune volte l’ho incontrata, ma probabilmente non sa che Elisenda è la pasticceria di alto di gamma della catena di supermercati.
Il caffè a 1,10 euro è di Kimbo e non è niente male, nonostante io preferisca Illy al bar, per il suo gusto inconfondibile di arabica.
In qualche bar del centro il prezzo arriva a 1,50 euro, in Autogrill è fisso da un po’ a 1,40 euro.
Se si vuole muovere una critica al prezzo del caffè di Elisenda è che, rispetto al posizionamento della pasticceria, il prezzo del caffè è un po’ distonico, cioè troppo economico, sempre rispetto alla qualità dei prodotti di Elisenda.
Perché è così basso? Proviamo a rispondere nei panni di Esselunga, visto che è inutile chiedere loro spiegazioni:
- perché Elisenda non somministra caffè ma vende pasticceria,
- il caffè è un complemento, un accompagnamento,
- perché rispetto ai volumi di vendita il margine è soddisfacente,
- perché… mettete voi un’altra ragione.
Sta di fatto che è ultra competitivo vista la location.
Spero solo non lo aumentino dopo questo articolo…