Washington (Usa) – Il modo in cui vengono decise le linee nutrizionali di un Paese deve essere un’operazione quanto mai complessa. E lo è ancor di più se il Paese in questione sono gli Stati Uniti: terra largamente popolata e sede di diverse multinazionali del food&beverage. L’elenco completo dei consulenti chiamati a redigere le nuove linee guida, aggiornate nel 2025, non è pubblico, ma il sito Stat News, come riporta il Fatto Alimentare, è riuscito a ottenere alcuni documenti riservati. Da quanto si apprende, le multinazionali del cibo eserciterebbero un’influenza rilevante sulle decisioni da prendere. Tra gli esperti proposti per l’incarico ci sono: un ricercatore nominato dal Potato National Council, autore di uno studio pagato dalla stessa associazione; un accademico considerato vicino alla National Coffee Association; tre ricercatori che studiano i benefici dell’acqua divulgati dall’International Bottle Water Association. Inoltre, due associazioni che supportano la dieta a base vegetale (Physician Committee for Responsible Medicine e Physician Association for Nutrition Usa) hanno indicato quattro o cinque esperti e hanno iniziato una battaglia senza esclusioni di colpi contro produttori di carne e latticini.
Il nodo è che molti dei consulenti indicati dai produttori ricoprono incarichi accademici e vengono selezionati proprio perché questo conferisce autorevolezza e forza alle candidature. Anche questa dinamica, secondo il Fatto Alimentare, riflette il potere delle multinazionali, nei cui board siedono, molto spesso, docenti e rappresentanti degli atenei che ricevono cospicui finanziamenti e sponsorizzazioni dalle aziende stesse. Non solo: anche le società scientifiche che indicano gli esperti, come la Società americana per la nutrizione e l’Accademia di nutrizione e dietetica hanno legami con i produttori, e in passato sono state più volte messe sotto accusa proprio per aver pronunciato giudizi non basati su dati indipendenti.