Washington D.C. (Usa) – A partire dal primo gennaio 2026 l’amministrazione Usa minaccia di applicare un dazio del 107% sulla pasta italiana. Alla tariffa del 15% andrebbe infatti ad aggiungersi un 91,74%, come misura atta a contrastare le pratiche di dumping che, secondo le autorità statunitensi, avrebbero adottato due aziende italiane produttrici di pasta, La Molisana e Garofalo, come risultato di un’indagine del Dipartimento del Commercio americano. Con scadenza annuale il dicastero statunitense svolge infatti un’indagine sulle importazioni di pasta. Sino a oggi la risultanza di quest’attività aveva determinato l’applicazione di tariffe aggiuntive di impatto moderato, nella misura dell’1 o 2%. Il margine di dumping ponderato riscontrato nel periodo sarebbe stato invece del 91,74%. La relazione del dipartimento Usa nomina anche le altre aziende oggetto del monitor: Agritalia, Aldino, Antiche Tradizioni Di Gragnano, Barilla, Gruppo Milo, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco, Pastificio Chiavenna, Pastificio Liguori, Pastificio Della Forma, Pastificio Sgambaro, Pastificio Tamma e Rummo. Il dazio dovrebbe applicarsi a tutti i nostri produttori, a eccezione di chi, come Barilla, ha spostato negli Usa la produzione diretta al mercato americano. La tariffa sarà in questo caso minore.
Usa / Stangata sulla pasta italiana (1) Le accuse di dumping
federico2025-10-06T08:28:07+02:006 Ottobre 2025 - 08:26|Categorie: Grocery, in evidenza, Mercato|Tag: dazi usa, pasta italiana|