Vacondio (Federalimentare): “Servono regole più stringenti sull’utilizzo dei derivati nelle commodity agricole”

2021-08-05T09:38:48+02:005 Agosto 2021 - 09:38|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Roma – E’ ancora allarme per quanto riguarda le materie prime. E L’Italia ha sottostimato questa problematica. È ciò che afferma Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, in un’intervista al Sole 24 Ore. “I rialzi ci hanno colto impreparati perché venivamo da anni di relativa stabilità dei mercati agricoli. L’impatto più pesante l’ha avuto l’industria di prima trasformazione, che paga il conto più salato. Ma tutta l’industria alimentare si trova a fare i conti con aumenti – anche del 30% – che non riesce a scaricare a valle. Per un settore che ha una marginalità media del 2%, è roba da far tremare i polsi”. L’industria alimentare italiana sfrutta già il 75% della materia prima nazionale, ma come sottolinea Vacondio, “dobbiamo aumentare la produzione agricola. Negli ultimi anni le superfici si sono ridotte sempre di più visto l’utilizzo sconsiderato che è stato fatto del suolo. Non abbiamo abbastanza terreni per arrivare all’autosufficienza”. Il vero problema, però, è un altro. “E’ necessario porre un freno ai derivati, alla finanziarizzazione del mercato agricolo. La massa finanziaria che si muove sul mercato dei future in questo settore sta avendo un impatto considerevole sulla misura dei rialzi, con aumenti fuori scala”, prosegue il presidente di Federalimentare. “Servono regole più stringenti sull’utilizzo dei derivati nelle commodity agricole”. Altro tema di fondamentale importanza è l’export. Nei primi mesi del 2021 le esportazioni verso la Cina sono cresciute del 50%, mentre quelle in Corea e Vietnam del 52%. “Chi dice che dobbiamo aumentare i consumi interni sbaglia. Il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione non ci lasciano alternative: l’unica possibilità di crescita è aprire a nuovi mercati”, conclude Vacondio. “Anche perché, all’estero, i prodotti italiani vengono percepiti come grandissima eccellenza”.

Torna in cima