Roma – In occasione del World Pasta Day (25 ottobre 2025), l’Italia celebra l’eccellenza del suo settore pastaio, mentre all’orizzonte si profila la minaccia dei nuovi dazi antidumping Usa, che potrebbero far salire le tariffe dal 15% al 107%. Durante un evento a Roma, i ministri Francesco Lollobrigida e Adolfo Urso hanno rassicurato i produttori: “Il governo è al lavoro per scongiurare le misure decise dal Dipartimento del Commercio Usa contro due aziende italiane, prima della loro entrata in vigore, prevista per il 1° gennaio 2026”. Urso ha definito i nuovi dazi “ingiustificati” e ha annunciato un viaggio a Washington a dicembre per difendere le ragioni italiane: “Siamo in piena collaborazione con la Farnesina e sono certo che le nostre argomentazioni saranno accolte”. Lollobrigida ha evidenziato come il rafforzamento del rapporto bilaterale con gli Stati Uniti possa favorire “una soluzione condivisa e vantaggiosa per entrambe le economie”.
Dal fronte industriale, Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food, ha riconosciuto che eventuali dazi permanenti “avrebbero un impatto pesante nel breve periodo”, ma ha espresso fiducia nella tenuta del comparto e nella possibilità di aprire nuovi mercati. I numeri confermano la forza del settore: secondo i dati di Unione Italiana Food, nel 2025 la produzione mondiale di pasta ha superato i 17 milioni di tonnellate, di cui 4,2 milioni made in Italy, con oltre il 60% della produzione nazionale destinata all’estero. Nel 2024 sono state esportate 2,42 milioni di tonnellate (+9,1%) per un valore di 4,02 miliardi di euro, con Stati Uniti, Germania e Regno Unito tra i principali mercati.
“Il comparto della pasta è un pilastro del Made in Italy, ogni ostacolo alla sua competitività internazionale è una minaccia non solo economica ma culturale. Difenderlo significa difendere l’identità del nostro Paese”, sottolinea Margherita Mastromauro, presidente dei pastai italiani di Unione Italiana Food.