Zonin (Uiv) sulla trasferibilità dei diritti d’impianto: “Il ministro Martina ha salvato il vigneto Italia”

Verona – Dopo l’adozione da parte del Cdm del provvedimento relativo la trasferibilità dei diritti d’impianto, giunge la prima reazione a questa decisione, voluta fortemente dal Mipaaf, da parte del rappresentante di una delle più importanti associazioni del settore, Domenico Zonin di Unione Italiana Vini. Tra i primi ad aver chiesto in maniera diretta nei mesi scorsi un intervento dell’Esecutivo per risolvere la problematica, il presidente di Uiv ha espresso tutto il suo apprezzamento in merito all’approvazione delle nuove disposizioni. “La politica ha superato paure e demagogie in favore del buon senso. Un’azione forte e coraggiosa che il ministro Martina ha portato avanti con grande responsabilità salvando, di fatto, il ‘vigneto Italia’. A lui desidero esprimere il nostro più sincero apprezzamento”, ha dichiarato Zonin. “Il ministro Martina e il Consiglio dei ministri”, ha continuato poi il presidente di Uiv, “attraverso questo decreto dimostrano di aver compreso il grave rischio che stava correndo la nostra vitivinicoltura. Avremmo potuto perdere parte dei 46 mila ettari di diritti di reimpianto in portafoglio dei produttori, pari al 7% del ‘vigneto Italia’, che, tradotti in vino, significano 3,5 milioni di ettolitri potenziali, portando alla definitiva perdita del primato produttivo mondiale di vino con evidenti, gravi, ripercussioni negative sulla capacità produttiva e la competitività del sistema vitivinicolo italiano”. Zonin ha, infine, concluso segnalando: “Il provvedimento del ministro Martina consente inoltre la trasformazione del diritto di impianto in autorizzazione fino al 31 dicembre 2020, offrendo al viticoltore un periodo più lungo per realizzare il vigneto. Anche questo è un fattore che contribuisce fattivamente a evitare la diminuzione della superficie vitata nazionale. Questo decreto sicuramente sarà in grado di rafforzare la competitività del settore e riporterà in una situazione di equilibrio le quotazioni dei diritti d’impianto. In alcune zone, infatti, si sono registrate tensioni speculative che hanno fatto schizzare i prezzi dei diritti dai 3-4mila euro a ettaro degli scorsi anni a quota 10-12mila euro a ettaro”.

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