Etichette, sempre più diffusi claim sul metodo di lavorazione

2019-07-08T13:04:53+01:008 Luglio 2019 - 13:04|Categorie: Mercato|Tag: , |

Milano – Il metodo di lavorazione conquista le etichette e fa crescere le vendite del prodotto. È quanto emerge dalle ultime ricerche di Osservatorio Immagino, secondo cui il 3% dei 72.100 prodotti di largo consumo monitorati reca sull’etichetta la tecnica di lavorazione. Le referenze che riportano il metodo di realizzazione hanno registrato un aumento del 6,4% nelle vendite rispetto al 2017. Complici la maggiore propensione all’acquisto degli italiani e l’espansione dell’assortimento. Il claim più significativo per diffusione e giro d’affari è “trafilato al bronzo”, che segna +5,9% di fatturato (oltre 142 milioni di euro) su 824 referenze. Tra i claim relativi al metodo di lavorazione, al consumatore piacciono “lavorati a mano” e “artigianali”. Seguono le voci relative alla lievitazione: “lenta”, “naturale”, “lunga”. La performance più brillante del 2018 è quella del “non filtrato”: rispetto ai 12 mesi precedenti, è cresciuto del 47,4% il giro d’affari dei 90 prodotti che lo segnalano in etichetta. L’Osservatorio Immagino ha rilevato anche i claim ad alto potenziale, che ancora registrano piccoli numeri, ma che potrebbero conquistare il mercato: “gourmet”, “rustico”, “non raffinato” e “non fritto”.

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