Roma – In 40 anni gli italiani hanno ridotto di oltre due terzi il consumo di pane. E la nostra Penisola ha perso, dal 1980, il 40% della produzione di pane artigianale. Per questo Assipan e Assopanificatori hanno inviato al Mise la richiesta dello stato di crisi per il settore insieme a 10 punti da affrontare e risolvere. “Se 40 anni fa gli italiani consumavamo a testa 84 Kg di pane in un anno, nel 2008 erano 50 Kg. Ma il dato del 2018 è allarmante: solo 31”, ha spiegato Davide Trombini, presidente di Assopanificatori. Un cambiamento culturale, che vede sempre più italiani mangiare fuori casa e sostituire il pane con gli snack. “Ma nel tempo abbiamo pagato soprattutto la battaglia contro il pane fatta dalla scienza, dai dietologi. Eppure, crolla l’utilizzo del pane ma aumentano diabete e obesità”. Sono dunque necessarie e urgenti azioni di sostegno alla rivalutazione del ‘prodotto pane’, si legge nella missiva, dove si chiedono: “Misure di sostegno a favore di imprese e lavoratori che evitino la perdita di posti di lavoro, la costituzione di un tavolo di confronto permanente, azioni per la valorizzazione del pane e dei prodotti da forno, il rafforzamento della lotta all’abusivismo e alla contraffazione, l’istituzione di una Consulta della Panificazione, l’introduzione di modifiche significative per la semplificazione del sistema fiscale, il riconoscimento dell’attività di panificatore come ‘lavoro usurante’, la tutela dei panifici come luoghi storici della cultura agroalimentare italiana, il contrasto alla vendita sottocosto”.