Grana Padano Dop: cresce la produzione, ma cala il consumo

2019-11-18T15:02:35+01:0018 Novembre 2019 - 14:54|Categorie: Formaggi|Tag: , , |

Mercati da monitorare per Grana Padano e Parmigiano Reggiano, a fronte di un aumento della produzione su base annuale del 4,73%. A settembre 2019 le vendite al dettaglio di Grana Padano Dop sono aumentate del 9% in valore, ma calate del 2,1% in volume nello stesso periodo. Se si guarda, tuttavia, ai primi nove mesi dell’anno il fatturato retail del Grana Padano ha lasciato sul terreno l’1,9%. Una discrepanza che preoccupa Stefano Berni, direttore del Consorzio di tutela, il quale invita a “frenare un po’”, ed evitare “proposte troppo onerose nell’assemblea prenatalizia che stabilirà gli obiettivi del Piano produttivo 2020”. Ampliando il discorso, oltre al Grana Padano (e Trentingrana), nel mercato retail calano ancora di più le vendite del Parmigiano Reggiano. É cresciuto, invece, del 2,9% il fatturato dei similari, in linea con un trend che li vede in continua ascesa.

Complessivamente le vendite retail dei formaggi ‘duri’ hanno perso l’1,5% nel mese di settembre. Sempre a settembre il Grana Padano ha segnato un aumento delle vendite in valore del 9% con un prezzo medio di 13 euro al chilogrammo. Nei primi nove mesi del 2019 il Grana Padano al dettaglio è sceso in valore dell’1,9%, Il Parmigiano Reggiano del 3,9%, mentre i similari hanno guadagnato il 7,5%. Lo share del Grana Padano è al 48,2%, la quota del Parmigiano Reggiano del 30,3%, mentre i similari sono arrivati al 21,4% da gennaio a settembre 2019. Nel Cash and carry (che vale il 3% del totale retail) il Grana Padano è cresciuto sempre da gennaio a settembre del 9,6%, le vendite di Parmigiano Reggiano sono diminuite dell’8,4% e quelle dei similari sono progrediti del 7,1% (con una quota del 53,8%). Entrando nel dettaglio del Grana Padano è avanzato del 4% il segmento del peso imposto tra cui il grattugiato che vale il 32% circa.

Il calo in volume dei consumi dei primi 9 mesi del 2019 è da addebitare esclusivamente al Sud-Italia che perde il 7,1% (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia), ma mantiene sempre il primo posto con prezzi in crescita del 12,5%, mentre aumentano dello 0,4% il Nord-ovest e dell’1,2% il Nord-est.

Torna in cima