Dal Cnr una nuova ricetta per aumentare di 30 giorni la shelf life della pasta fresca

Roma – Arriva dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) la messa a punto di un nuovo processo per prevenire il deterioramento della pasta fresca. In collaborazione con l’Università degli studi di Bari Aldo Moro e Food Safety Lab, il Cnr ha elaborato un metodo ‘clean label’ per prolungare di 30 giorni la vita a scaffale dei prodotti, contribuendo così alla riduzione degli sprechi. Lo studio, guidato da Marinella Marzano, è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology.

Per aumentare la shelf life della pasta fresca, il team di ricercatori ha così alterato il processo di confezionamento in atmosfera modificata (Map) intervenendo sia sui film plastici utilizzati, sia sulla proporzione dei gas. Parallelamente, è stata introdotta una miscela di microrganismi probiotici bioprotettivi commerciali, in grado di esercitare effetti benefici sull’organismo.

I nuovi protocolli, testati su un tipo di pasta ritorta corta, hanno determinato un prolungamento di 30 giorni della durata della conservabilità della pasta fresca. “Dal punto di vista del consumatore, il vantaggio di questo prodotto è la maggior durata che si accompagna alla facilità di conservazione pur mantenendo le caratteristiche organolettiche tipiche”, spiega Francesca De Leo, ricercatrice del Cnr-Ibiom. “Questo può essere particolarmente importante considerando che i consumatori tendono sempre più a ridurre la frequenza dei loro acquisti di cibo e, di conseguenza, a conservare i prodotti il più possibile dopo il loro acquisto e prima della loro consumazione”.

 

Torna in cima